Draghi avanti sui dossier spinosi. Ma cresce la rivolta sui balneari
Il sindaco di Piombino
Francesco Ferrari, di FdI, denuncia le «criticità innumerevoli» dell’opera. M
Meloni invece si è convertita al sì,
«se non ci sono alternative». È un altro indizio della sintonia tra
l’aspirante prima donna premier italiana e l’attuale inquilino di
Palazzo Chigi. «Giorgia ha capito che Draghi e Cingolani hanno puntato
sulla diversificazione delle fonti e acquistato moltissimo gas liquido — spiega un sottosegretario —. E poiché Meloni vuole andare al governo, sa bene che se non partono i rigassificatori di Piombino e Ravenna saranno guai».
I punti di contatto tra l’agenda di Draghi e quella di Meloni sono un tema politico. Vendita di Ita, rete unica, tetto al prezzo del gas, no allo scostamento di bilancio, balneari, rigassificatore… Marco Follini, giornalista e scrittore che è stato segretario dell’Udc e vicepremier del governo Berlusconi, parla di «naturale convergenza di interessi» e di un feeling anche personale: «Li unisce la romanità, oltre al fatto che Meloni è forse l’unico leader che davvero voleva Draghi al Quirinale». C’è chi pensa che il premier guardi ancora al Colle più alto e anche per questo tende una mano alla favorita dai sondaggi, ma l’insinuazione è smentita con forza dai collaboratori del premier. I quali però, nelle conversazioni riservate, riconoscono alla ex ministra per la Gioventù mesi di «corretta collaborazione» e una cura delle relazioni con Chigi superiore persino a quella profusa da Enrico Letta. Raccontano nel governo che Draghi sia rimasto a dir poco sorpreso quando ha letto che il Nazareno aveva candidato Andrea Crisanti, uno dei virologi più ostili alla linea di Draghi e Speranza sulla pandemia. Meloni invece, per quanto contraria al Green pass e sensibile alle istanze no vax, sta bene attenta a non attaccare direttamente il premier e prova a sedurre anche quel 67% di italiani che approvano l’operato dell’ex banchiere centrale.
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