L’asse invisibile tra Draghi e Meloni
Parole che servono, oltre che per uno sdoganamento interno, anche come un garanzie verso le cancellerie occidentali. Tra i Fratelli d’Italia la convinzione di queste ore è che l’unico ostacolo possibile a una vittoria elettorale possa arrivare dall’estero e in questo senso lo scudo di una figura dal prestigio riconosciuto come l’ex presidente della Bce gioca un ruolo decisivo: “La sinistra è stupita dal fatto che Draghi non stia avvelenando i pozzi”, dice un dirigente di FdI che segue da vicino la vicenda.
Gli esponenti di via della Scrofa che stanno immaginando già l’approdo a Palazzo Chigi hanno una consapevolezza, sebbene inconfessabile: l’attuale governo sta togliendo le castagne dal fuoco a quello che verrà. Due esempi tra tutti, la scelta dei nuovi partner stranieri di Ita, con una presenza dello Stato (Certares) molto rilevante e persino quella della liberalizzazione delle licenze dei balneari. Vicende spinose, sulle quali FdI ha fatto opposizione dura, che però, una volta arrivata al potere, si troverà già quasi risolte. Il nuovo governo avrà tempo per intervenire su alcuni dettagli prima delle gare degli stabilimenti balneari, ma il principio fissato dall’Ue e dal Consiglio di Stato non potrà più essere messo in discussione. E quindi, nessuna promessa tradita agli occhi delle associazioni. Stesso discorso si può fare per il rigassificatore di Piombino, un progetto strategico, secondo Draghi, avversato dal sindaco della città toscana di Fratelli d’Italia. Il calendario rivela che la scelta sarà praticamente irreversibile una volta che Meloni avrà preso possesso della sua nuova (probabile) carica. A quel punto l’argomento sarà quello delle compensazioni verso il territorio, ma senza smontare un’opera considerata fondamentale per l’approvvigionamento energetico. Per affrontare la crisi del gas la ricetta di Meloni, ribadita ieri a Perugia, è, al di là delle critiche all’Europa, sostanzialmente in linea con quella di Draghi: “Bisogna staccare il prezzo dell’elettricità da quello del gas. Si può fare subito, è una scelta politica”. Da Fratelli d’Italia (e anche da Palazzo Chigi) si cerca di togliere enfasi alle suggestioni: “Non c’è nessun avvicinamento tra Draghi e Meloni – dice il senatore Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma del partito -, in un contesto impazzito come questo, il fatto che due persone normali e civili si parlino, le fa sembrare più vicine di quello che sono”. Le affinità, però, emergono anche sulle misure fiscali. Nel programma elettorale di FdI si propone lo stralcio delle cartelle fino a tremila euro, una misura molto simile a quella che fece il governo Draghi pochi giorni dopo la sua nascita. La sintonia ha bisogno di una condizione: il divario di Fratelli d’Italia con la Lega deve essere consistente. In caso contrario tornerà in gioco Matteo Salvini e allora agende e campanelle andrebbero ridiscusse.
LA STAMPA
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