Gas, Cingolani rassicura sui flussi e stringe sul tetto coi tedeschi. Fondi Ue alle aziende in crisi

Mentre a Bruxelles si cercherà di chiudere l’accordo sul gas, venerdì a Roma Mario Draghi dovrebbe convocare il consiglio dei ministri che varerà il terzo decreto di aiuti per imprese e famiglie. La decisione di ieri del governo tedesco di stanziare altri 65 miliardi di euro non ha fatto presa sulla determinazione di Draghi a non superare i dieci, forse tredici miliardi del nuovo pacchetto. A Palazzo Chigi ricordano lo studio (lo ha pubblicato questa settimana l’Istituto Bruegel) secondo il quale l’Italia, dopo la Grecia, è il Paese che ha stanziato più di ogni altro, almeno in proporzione alla ricchezza prodotta. In termini assoluti la Germania ha già speso sessanta miliardi, dieci in più dell’Italia. Il premier è preoccupato dal contesto: giovedì i diciannove governatori dell’area della moneta unica si riuniscono a Francoforte per decidere un aumento dei tassi di interesse di almeno mezzo punto percentuale, l’unica soluzione per spegnere l’incendio che l’aumento dei costi dell’energia ha scatenato su tutta la catena dei prezzi. I tedeschi, che l’incubo dell’inflazione di Weimar non l’hanno mai superato, temono di arrivare ad aumenti a doppia cifra prima di Natale. Ogni scelta azzardata sui conti pubblici per l’Italia potrebbe provocare danni sul mercato dei titoli peggiori di quelli del gas.

LA STAMPA

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