Così è stata stroncata la Banda della Magliana
1993. Un anno decisamente particolare nella nostra storia recente. Nella notte tra il 26 e il 27 maggio a Firenze scoppia una bomba in via dei Georgofili. Due mesi dopo a Milano un ordigno sventra il padiglione di arte contemporanea di Via Palestro. Contemporaneamente, due bombe scuotono – per fortuna senza vittime – la quiete della sera romana, mentre a Palazzo Chigi uno strano black-out fa temere all’allora presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi che sia in atto un colpo di Stato.
Il 1993 è anche l’anno della Falange armata, che sembra colpire un po’ a caso e un po’ no, ma che nessuno riesce a inquadrare; nel 1993, in Somalia, avviene il primo scontro che impegna le forze armate italiane dopo la Seconda guerra mondiale. È la battaglia del “Check point Pasta”, dove mordono la polvere tre militari. Sempre in Somalia, il 1993 si porta via il super agente segreto Vincenzo Li Causi.
Il 1993 è l’anno in cui Donatella Di Rosa, soprannominata Lady Golpe, denuncia un complotto ordito ai massimi vertici militari in cui sarebbe coinvolto (si scoprirà poi che era tutta un’invenzione della donna) il generale della Folgore Franco Monticone, scomparso a Roma il 17 agosto 2022. Il 1993 è anche l’anno di un feroce scontro tra bande, dove per bande si intendono i nostri servizi segreti. In Sicilia, ad Alcamo, due carabinieri finiscono nei guai perché nella casa di uno dei due viene ritrovato un arsenale di dubbia provenienza e una misteriosa fotografia.
1993 è l’anno del “golpe” di Saxa Rubra, quando un gruppo di esaltati viene arrestato perché in procinto di attaccare – con un piano tanto folle da risultare di dubbia autenticità – la sede Rai. Ma il 1993 è anche l’anno di una delle operazioni di polizia simbolo della lotta alla criminalità. Un’operazione che ha pochi precedenti nella storia e che ha portato allo smantellamento di una delle holding criminali più importanti, pericolose e famose del secolo scorso: la Banda della Magliana. Nella notte tra il 16 e il 17 aprile 1993, infatti, in una Roma blindata scatta l’Operazione Colosseo.
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Il blitz di circa 500 poliziotti, guidati dal giudice istruttore Otello Lupacchini, sorprende nella notte e arresta circa 60 persone. Criminali di prima grandezza, gregari, pesci piccoli e medi. Nella rete finiscono in tanti, così come molti altri riusciranno a fuggire e saranno braccati negli anni a venire. A permettere il sacco, le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia unico nel suo genere: Maurizio Abbatino, soprannominato “crispino” e reso famoso da Romanzo criminale con il soprannome de “Il freddo”. Uno dei capi storici della Banda che, arrestato in Venezuela e detenuto a Caracas, sentendosi abbandonato dai suoi sodali e a seguito del brutale omicidio del fratello minore, decide di scardinare dalle radici l’organizzazione che sin dalla fine degli anni Settanta aveva contribuito in modo determinante a organizzare. È grazie alle sue dichiarazioni che vengono ricostruiti fatti fino a quel momento scollegati tra loro, che vengono attribuite responsabilità, che è possibile delineare l’organigramma di un’organizzazione che definire “banda” è assolutamente riduttivo.
Non si può infatti capire cos’è stata la Banda della Magliana se non attraverso i casi sui quali aleggia la sua ombra nera. Crocevia degli Anni di piombo, la Banda – capeggiata da personaggi come Abbatino, Danilo Abbruciati, Marcello Colafigli, Franco Giuseppucci, Renato De Pedis e Antonio Mancini – è stata interlocutrice privilegiata (leggi anche “obbligata”) di mafia, camorra, ‘ndrangheta, servizi segreti più o meno deviati, eversione nera. È stata interlocutrice persino di alcuni settori del Vaticano e di altri della politica.
Il fascino che questa irripetibile stagione criminale ha esercitato sulle generazioni future è dovuto in massima parte al successo prima del libro, poi del film, infine, della serie tv Romanzo criminale, ma non può ridursi solamente a questo. Oltre l’orrore, oltre i morti ammazzati, le estorsioni, i fiumi di droga che hanno inondato Roma e l’Italia intera, a esercitare un fascino perverso è la storia di un gruppo di ragazzi germogliati dal nulla delle periferie abbandonate, piccoli delinquenti che – per furbizia, intuito, predisposizione – hanno capito che da soli non sarebbero andati da nessuna parte. E allora si sono uniti, hanno formato le prime “batterie” che, unendosi a loro volta, hanno dato vita alla Banda.
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