Spie russe con le mani sul dossier gas? L’intrigo in Germania
In Germania, dunque, si teme che la Russia possa aver, dall’interno, infiltrato gli apparati più strategici per condizionare le strategie più importanti dell’esecutivo. A Berlino è tornato l’incubo di mezzo secolo fa, quando la spia della Stasi Gunter Guillaume riuscì, grazie al suo lavoro infaticabile e alla grande capacità organizzativa, a scalare i ranghi della burocrazia della Spd fino a diventare relatore nel reparto economico per le politiche finanziarie e sociali dell’Ufficio federale del partito di riferimento della sinistra tedesca e, nel 1972, assistente personale del Cancelliere Willy Brandt. Da qui ha avuto accesso ai documenti segreti e alle informazioni della cerchia intorno al Cancelliere e spiò anche la vita privata di Willy Brandt.
Ma a ben guardare non sembra possibile che due alti funzionari, per quanto di peso, possano da soli decidere della politica energetica di una nazione come la Germania. Politica, del resto, già orientata in senso complesso nei confronti della Russia a un punto tale da impedire ogni bando totale al gas russo pena, parola dello stesso Habeck, “disoccupazione di massa e povertà”. La dipendenza dalla Russia è strutturale e complessa e, anzi, per la Germania è impossibile pensare di rimediarvi in tempi brevi. Tanto che Scholz ha recentemente benedetto il reintegro a pieno ritmo nel partito del predecessore Gerhard Schroeder, “pontiere” dei rapporti con la Russia negli ultimi vent’anni. Se delle spie hanno agito, in Germania, lo hanno fatto su un terreno fertile per le connivenze. Il vero problema politico per una Germania che non riesce a risolvere una crisi energetica che la politica ha, in sostanza, incentivato.
INSIDEOVER
IL GIORNALE
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