La strategia della Cina, in 4 mosse: è il ritorno della diplomazia di Xi (che potrebbe non far sorridere Putin)



Le operazioni in Ucraina vanno male e Putin ha bisogno di appoggio: sonderà quali siano i confini della «collaborazione senza limiti» promessa lo scorso febbraio da Xi. Lo Zar si è reso conto che Pechino non fa niente per niente: a Samarcanda discuterà molto di gas. Questa estate, Pechino ha accresciuto del 60% la sua domanda di gas russo e si calcola che comperi il 20% della produzione petrolifera di Mosca. Ora si progetta di costruire un nuovo gasdotto, il «Power of Siberia 2» che dia uno sbocco alla produzione russa, ora che l’Occidente ha deciso di liberarsi dalla dipendenza nei confronti di Mosca. La Russia chiede anche forniture di alta tecnologia made in China e valuta cinese per i pagamenti, visto che l’accesso al dollaro è stato notevolmente ridotto dalle sanzioni di Washington. Scherzando, ma rivelando la realtà, Putin ha appena detto in pubblico che «gli amici cinesi sono negoziatori duri, guardano anzitutto al proprio interesse nazionale». Pechino ha accresciuto i suoi commerci con la Russia, ma in questi mesi è stata ben attenta a non incappare nel rischio di sanzioni secondarie.

4.Con l’Armata rossa in difficoltà di fronte alla controffensiva di Kiev, è il dossier Ucraina che Putin ha più bisogno di condividere con Xi.

«Ma la Cina continuerà ad evitare ogni coinvolgimento nella guerra della Russia, soprattutto ora che le forze di Putin stanno fallendo sul campo», spiega Shi Yinhong, professore di relazioni internazionali alla Renmin di Pechino. Nell’analisi del politologo «la simpatia o il sostegno diplomatico e politico offerto dalla Cina non saranno di aiuto reale, anche se il balzo degli acquisti di forniture energetiche a partire da aprile hanno dato un piccolo appoggio non militare». A marzo, il politologo Hu Wei, che a Shanghai è nel gruppo dirigente di un think tank associato al governo, aveva mandato al Carter Center americano un’analisi nella quale prevedeva la sconfitta, politica se non militare, di Putin e ricordava che «non ci sono eterni alleati, né nemici perpetui, sono eterni e perpetui solo gli interessi nazionali della Cina».

L’interesse della Cina di Xi è guidare un rimescolamento dell’ordine internazionale, resistere al tentativo di accerchiamento da parte degli Stati Uniti. Contrastare anche con la «Shanghai cooperation organization» le varie alleanze asiatiche tessute da Joe Biden. «La Russia serve a questa strategia geopolitica cinese», dice Yun Sun che dirige il China Program allo Stimson Center di Washington. E conclude cercando di leggere nella mente di Xi: «Se la Russia riesce a vincere in Ucraina, la Cina avrà un alleato molto forte. Se la Russia perderà, diventerà un vassallo, ma sempre utile al contrasto anti-occidentale».

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