Letta: “La destra moderata è una balla: loro sono uniti solo per il potere, noi per lavoro, diritti e ambiente”
Annalisa Cuzzocrea
ROMA. «La campagna della destra è impostata su un’unica cosa: la presa del potere. Nient’altro li unisce ed è per questo che vogliono stravolgere la Costituzione». Enrico Letta è negli studi di Metropolis, il podcast video del gruppo Gedi, un’ora prima di correre a piazza del Popolo per la chiusura della campagna elettorale. E dice amaro, ma combattivo, che tutto è cambiato – in Italia, in Europa – il 24 febbraio. «La guerra ha avuto un effetto deprimente sul Paese, ha tolto il senso di futuro, ha fatto salire le paure. Sono arrivate le bollette elettriche impazzite, la vita delle persone è stata terremotata. Non è accaduto solo a noi, basta guardare la Svezia. E così Putin, che si è impantanato sul terreno, sta ottenendo un risultato più importante della vittoria in Ucraina: sta disfacendo il filo dell’Europa». Per questo, dice il segretario del Pd, «mi batto con tutte le mie forze».
Silvio Berlusconi a Porta a porta ha raccontato un’altra
storia, ritrattata goffamente: che Putin voleva solo mettere a Kiev un
governo di «persone perbene». Che doveva restar lì, non andare nel
Donbass.
«Quelle parole sono gravissime. Mi arrivano
messaggi da tutto il mondo di persone che mi chiedono: ma l’ha detto
davvero? E io rispondo: sì, perché anche se ora tentano di metterci una
pezza, è quello che pensa. Berlusconi è stato l’unico leader occidentale
ad andare con Putin in Crimea dopo l’occupazione illegale. Lo ha fatto
quando quel passaggio significava legittimare l’annessione».
Ma questo centrodestra è a trazione Meloni, che la pensa diversamente.
«Per
Meloni il modello è la Polonia, fortemente atlantista da una parte,
antieuropeista dall’altra. Due polarità che non possono convivere in
Italia. In più, avere Salvini e Berlusconi in coalizione genera un tasso
di ambiguità insopportabile per i nostri alleati».
Cosa temono?
«Il messaggio che sta dando la
destra italiana è di voler sfasciare il fronte europeo proprio nel
momento di maggior difficoltà di Putin».
Salvini ha anche chiesto le dimissioni di von der Leyen.
«Il
portavoce della presidente della Commissione ha chiarito che non
intendeva in alcun modo riferirsi alle elezioni italiane, era anche
strano da credere visto che lei fa parte del Ppe come Berlusconi e
Tajani. Salvini ha approfittato di un malinteso per giocarsi subito un
elemento di rottura e mettere in difficoltà Meloni. Il racconto di un
destracentro moderato è una balla. Vedo invece una radicalizzazione
sulle vicende internazionali».
Teme un restringimento dei diritti in Italia se vincesse la destra?
«Sono
preoccupato da quanto questa discussione in campagna elettorale sia
stata marginale. In Italia siamo molto indietro anche rispetto a Paesi
vicini, con una storia simile alla nostra, come la Spagna. Perfino una
sentenza della Corte Costituzionale, quella sul suicidio assistito, è
rimasta inascoltata. E tutto questo accade per la forza di blocco della
destra. Una delle scene più vergognose della legislatura è stato
l’applauso dell’aula quando è stato affondato il ddl Zan. Così come mi
vergogno di non aver portato a termine la promessa dello Ius scholae».
Negli anni più governi di centrosinistra avrebbero potuto pensarci.
«Sì,
sono stati fatti degli errori nel 2017. Un insegnante di inglese mi ha
raccontato di quanto, tutte le volte che porta i suoi studenti
all’estero, tre o quattro non possono partire perché non hanno la
cittadinanza e non possono avere il passaporto. Qualcuno dirà che ci
sono altri problemi. Io dico che è una discriminazione inaccettabile.
Così com’è scandaloso che ci accorgiamo del tema quando ci sono le
Olimpiadi».
Giorgia Meloni la accusa di parlare troppo di diritti e di non pensare alle bollette.
«È
tipico di una mentalità politica profondamente populista non
riconoscere che dare sollievo per le bollette, e diritti a quei ragazzi,
sono due cose che vanno insieme, non alternative. Ho girato molto in
Veneto: gli imprenditori mi chiedevano dei decreti flussi per avere
manodopera, non mi parlavano di porti chiusi o autonomia differenziata.
La politica deve assumersi la responsabilità di fare passi avanti
rispetto al minimo comun denominatore del consenso».
Di bollette ha parlato con il cancelliere tedesco Olaf Scholz qualche giorno fa. Lo ha convinto sul tetto al prezzo del gas?
«Ha
fatto delle aperture positive in vista della riunione di giovedì
prossimo. Ma vorrei ricordare che tutto quel che non abbiamo, su
bollette, Ius scholae, per il voto degli studenti fuori sede e potrei
continuare, è dovuto alla caduta improvvisa del governo».
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