Il giorno della verità: ecco le pagelle dei sondaggisti ai leader. Da Meloni a Salvini, da Calenda a Letta, Berlusconi e Conte: i promossi e i bocciati

Niccolò Carratelli

Quattro esperti danno i voti ai leader sulla campagna elettorale appena conclusa. Abbiamo interpellato Renato Mannheimer, sondaggista, autore di libri, milanese, già docente di Analisi dell’opinione pubblica alla Bicocca; Antonio Noto, direttore di “Noto sondaggi”, napoletano, esperto di ricerche e analisi di mercato per imprese; Lorenzo Pregliasco, socio di Quorum e Youtrend, docente a contratto a Bologna, autore per Add di Benedetti sondaggi; e Roberto Weber, presidente dell’Istituto Ixè dopo aver fondato Swg, triestino, ha scritto per Einaudi “Perché corriamo?”. Ecco i voti assegnati a Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Carlo Calenda, Giuseppe Conte ed Enrico Letta

Renato Mannheimer – “Meloni è risultata rassicurante da Berlusconi uscite inopportune”

6 ½ Meloni

Ha fatto una buona campagna, volta a rassicurare e a cancellare certe ombre del passato. Nella fase finale c’è stato qualche scivolone, più che altro nel tentativo di mobilitare i suoi elettori più tradizionali, toccando temi classici della destra.

5 Salvini

Troppo contraddittorio, i messaggi mandati all’elettorato non sempre chiari. Si è percepito a volte un appoggio poco convinto e sentito da parte della base leghista. E ha pesato la consapevolezza di essere in difficoltà e costretto a recuperare.

5 Berlusconi

Data l’età ha impostato la campagna più in video che sul territorio, presenza mediatica e non fisica. I suoi interventi hanno ricalcato schemi sperimentati con successo in passato, ma non più attuali. I tentativi di modernizzare, come lo sbarco su Tiktok, non sembrano aver inciso. Senza dimenticare qualche esternazione inopportuna.

5 Letta

È stato protagonista di molti errori tattici, soprattutto all’inizio, e di una negativa gestione delle alleanze. Da apprezzare il tentativo di rinsaldare gli animi nel Pd e ridare speranza a un elettorato che si sente sconfitto. La strategia di polarizzazione è stata una scelta poco efficace e senza riscontri dal punto di vista dei consensi.

6 ½ Conte

Senza dubbio premiante la scelta netta di agire nel Meridione, l’ambito elettorale più consono ai 5 stelle. Ha usato argomenti non sempre condivisibili, ma efficaci per mobilitare l’elettorato. Ha colto nel segno insistendo sui temi sociali, perché i problemi economici individuali spostano più voti della politica estera. Il refrain del “tutto gratis” ha funzionato.

6 Calenda

Campagna coraggiosa, malgrado evidenti difficoltà di posizionamento al centro. Alcune sue uscite hanno destato perplessità, come pure i repentini mutamenti nelle alleanze. È stato un bene che Renzi sia rimasto defilato, evitando, o comunque tenendo sopito, il conflitto interno al terzo polo.

Antonio Noto – “Letta è sembrato troppo divisivo, Conte ha puntato sul target Sud”
6 Meloni

Nella prima parte ha fatto bene a impostare una campagna di assestamento, considerando che i voti a Fdi non arrivano solo da destra. Seconda parte peggio, perché ha fatto una virata a destra, non sulla politica estera ma su quella interna, ad esempio sull’aborto, perdendo smalto.

5+ Salvini

Ha rifatto la stessa campagna del 2018 e del 2019, ricalcandone temi e slogan. Stavolta ha aggiunto la carica religiosa del “credo”, che non ha avuto appeal. Insomma, nessuna novità, nonostante l’esperienza del Covid e della guerra, e gli anni passati al governo. Ripetitivo.

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