Se l’elettorato pensa a se stesso

Si spiega così, forse, lo iato un po’ assurdo fra l’attenzione quasi isterica dei media internazionali, intenti a guardare queste elezioni come se stessero rimirando la fine del mondo o poco meno, e l’apatia del Paese che dovrebbe causarla, la fine del mondo. Un Paese nel quale, a quarantott’ore dal voto, parecchi elettori non hanno ancora deciso per chi votare, mentre moltissimi, probabilmente ben più che nel 2018, alle urne proprio non si scomoderanno ad andare. Si spiega, quella divergenza, con la scissione sempre più profonda fra il palcoscenico della politica, che gli osservatori stranieri guardano pensandolo reale, e la sala macchine del governo, dove il corso stabilito può essere modificato pochissimo o per nulla. E tanto vale, allora, votare per il reddito di cittadinanza, qui e ora. Alla bomba di Putin penserà comunque qualcun altro.

LA STAMPA

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