Il sogno di Conte: quel piano per arrivare al Quirinale
Non esausto dopo essersi seduto per ben due governi consecutivi sulla sedia di Palazzo Chigi, Giuseppe Conte aveva provato disperatamente la strada del ter prima dell’arrivo di Mario Draghi. Alla fine l’avvocato è stato mandato a casa, c’è stata un’altra crisi e domani gli elettori saranno chiamati al voto. Salvo clamorosi colpi di scena, il Movimento 5 Stelle non avrà il 50% dei consensi per poter portare di nuovo Conte alla guida di un nuovo esecutivo. Le sue mire politiche però potrebbero non essere finite qui.
Conte punta al Quirinale?
A dare un’indiscrezione in tal senso è l’edizione odierna di Libero, secondo cui l’ex presidente del Consiglio potrebbe puntare a un’altra e alta carica nel mondo della politica. Per farlo potrebbe cavalcare una riforma storica che il centrodestra, qualora dovesse vincere, ha promesso di attuare. Una modifica della Costituzione che avrebbe un impatto sugli ingranaggi a cui fino a ora siamo stati abituati.
Stiamo parlando del presidenzialismo, cavallo di battaglia di Fratelli d’Italia. La riforma prevede l’elezione diretta del capo dello Stato. Sarebbero gli italiani a eleggere il presidente della Repubblica. E proprio questa potrebbe essere l’ultima ambizione personale di Conte, che a quel punto potrebbe valutare seriamente la possibilità di candidarsi e di provare a ottenere i voti necessari per andare al Colle.
Il piano per il Colle
Si tratta ovviamente di una serie di interrogativi, di mere ipotesi. Sono diversi i fattori che devono prima verificarsi: il centrodestra deve vincere, il presidenzialismo deve essere approvato, il leader del M5S deve essere realmente disposto a intraprendere una corsa al Quirinale. Un passo alla volta, certo, ma non è detto che tutto ciò non accada. Anche perché, oggettivamente, Conte ha sempre goduto di una quota di fiducia non indifferente da parte degli elettori.
Libero riporta l’idea raccontata da chi in questi giorni è stato al fianco dell’avvocato, che potrebbe vedere un eventuale boom del Movimento al Sud come un’affermazione personale. Potrebbe, ad esempio, sedersi al tavolo con il centrodestra per lavorare alla riforma e poi provare a diventare il primo capo dello Stato eletto direttamente dal popolo. Senza dimenticare che anche Matteo Renzi si è detto pronto al dialogo con gli avversari.
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