“Siamo circondati e controllati”. Il collasso dell’armata di Putin nell’oblast di Kherson, il racconto dei canali Telegram pro Cremlino
A ora di pranzo del 4 ottobre, soldati ucraini via Telegram postavano video con l’annuncio che l’esercito di Kiev ha L’Ucraina ha apparentemente liberato il nodo strategico Davydiv Brid, nel nord di Kherson. «Sembra che i russi si stiano ritirando, probabilmente preoccupati di essere accerchiati», dicono quei canali. La ritirata è confermata da un altro canale molto attento, e stavolta pro Russia, Rybar.
La linea di direzione sembrerebbe essere quella raccontata da Saponkov, secondo il quale l’Ucraina possa concentrarsi su un’avanzata a sud da Vasylivka, nell’Oblast di Zaporizhzhia, dove secondo lui l’Ucraina sta ammassando riserve, fino a Melitopol. In caso di pieno successo, questo costringerebbe la Russia ad abbandonare Kherson (dall’altra parte del Dnipro).
Igor Girkin – l’uomo di Malofeev nel Donbass nel 2014, oggi un commentatore ultranazionalista molto critico con le debolezze militari dell’azione dell’esercito russo – ricorda che conquistare Davydiv Brid costò due mesi alla Russia, che l’ha persa in un giorno: «Per evitare un imminente accerchiamento, le forze armate russe si sono ritirate lungo l’intero fronte del fiume Ingulets, a est della testa di ponte nemica precedentemente conquistata su quel fiume. Il villaggio chiave di Davydiv Brid (per il quale si è combattuto duramente per due mesi) e una serie di altri importanti villaggi nelle sue vicinanze sono stati lasciati indietro. La ritirata continua. A quanto pare, l’obiettivo del nostro comando di raggruppamento è quello di ridurre il fronte almeno a una linea continua (piuttosto che focale) che copra Beryslav e la diga di Novo-Kakhovska». Significa accorciare il fronte esposto al massacro, ma anche – inesorabilmente – avere una leva molto piccola per difendere Kherson. Che Mosca ne conosca i meno gli esatti confini. Sul canale di stato della tv russa, una delle propagandiste più scatenate del Cremlino, Olga Skabeyeva, domanda a uno dei suo ospiti, Andrey Vitalevich Marochko, militare della “Milizia del popolo” di Luhansk: «Non è una critica, Andrei Vitalevich, perché noi avanziamo metro a metro e loro avanzano villaggio a villaggio?». La risposta è drammatica: «Teniamo conto del fatto che non combattiamo con truppe ucraine, ma con le truppe Nato. Hanno enormi risorse, superiori alle nostre. E la risorsa più grande è l’intelligence».
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