Così la politica ha fatto a pezzi lo Stato sociale

Questo “grande schema” si è visto all’opera con l’epidemia. Ma quella fase minaccia di rappresentare un prologo da nulla rispetto a ciò che già stiamo vivendo. Lo stato di guerra è lo Stato di eccezione per eccellenza. E proprio lo stato di guerra si sta profilando, ben oltre la stessa tragedia dell’Ucraina. La globalizzazione rivela oggi il suo volto intrinsecamente conflittuale: essa rende inevitabile il confronto tra grandi potenze. Questo confronto esige sforzi massicci di potenziamento del blocco economico-militare, da cui dipende anche in grande misura il ritmo dell’innovazione tecnologica. A oltre duemila miliardi ammontano quest’anno le spese per armamenti nel mondo. A 800 quelle americane, dodici volte più di quelle russe. Noi spendiamo per armi 32 miliardi, oltre l’1,5% del Pil e il conto è destinato a crescere. Nel biennio 2022-23 l’Organizzazione mondiale della sanità ha un budget di poco superiore ai 6 miliardi. La distribuzione delle risorse è sempre più esclusivamente in funzione di “emergenze” geo-politiche, il cui andamento e il cui esito si decideranno in base al confronto tra i sistemi politico-economici imperiali. Agli altri è dato solo assistere? Ci è dato soltanto averne coscienza? Di “resilienza” parla anche il nostro famoso Piano. Sapranno tentare almeno questa i nostri sedicenti eredi dell’età del Welfare?

LA STAMPA

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