Altro che luna di miele finita: quasi un elettore su 2 vota il centrodestra

Luca Sablone

Altro che luna di miele finita: quasi un elettore su 2 vota il centrodestra

La luna di miele tra gli italiani e il governo guidato da Giorgia Meloni non è finita. Anzi, si fa sempre più forte. Altro che delusione da parte degli elettori e lontananza dalle priorità del Paese: il centrodestra continua a crescere e aumenta il vantaggio sugli avversari. I partiti che sostengono l’esecutivo incassano ancora maggiori intenzioni di voto da parte degli italiani, che premiano l’operato dei primi mesi supportando le formazioni politiche della maggioranza.

Benzina e accise, tutte le balle della sinistra

Per le opposizioni invece la storia è sempre la stessa: perdono terreno e non riescono a invertire la tendenza del declino. Eppure questa mattina Il Fatto Quotidiano apre con un interrogativo: “Finita la luna di miele?”. Assolutamente no: lo stop allo sconto sulle accise non ha intaccato negativamente il governo. Non a caso dall’ultimo sondaggio di Termometro Politico (riportato da La Repubblica) emerge un quadro chiarissimo. La narrativa anti-Meloni è ancora una volta smentita dai fatti.

Il centrodestra sale, il M5S perde voti

La fotografia scattata dalla rilevazione mette in evidenza la crescita di Fratelli d’Italia, che rispetto alla fine di dicembre sale dello 0,1% e si porta al 28,8%. Ben distanziato, di oltre 11 punti percentuali, il Movimento 5 Stelle: i grillini lasciano per strada lo 0,2% dei consensi e scendono al 17,5%. Invece il Partito democratico resta stabile al 16,3%, mettendo un tampone momentaneo all’emorragia di voti in seguito alla disfatta delle elezioni di domenica 25 settembre.

Arrivano buone notizie per la Lega, che in poche settimane cresce dello 0,2% e sale all’8,6%. Situazione opposta per il Terzo Polo, ormai distante dal Carroccio: l’asse tra Azione e Italia Viva perde lo 0,3% e di conseguenza cala all’8%. Forza Italia attraversa un momento di forma che fa incassare agli azzurri lo 0,3% portandoli al 7,1%.

Nella parte finale si trovano i partiti che possono contare su minori preferenze di voto: Verdi-Sinistra italiana al 3,2% (-0,1%), +Europa di Emma Bonino al 2,5% (+0,1%), Italexit con Gianluigi Paragone invariato al 2,4%, Unione Popolare all’1,5% (-0,2%) e Italia sovrana all’1,4% (-0,1%). Il peso degli altri partiti ammonta al 2,7%, in aumento dello 0,2%.

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