La guerra dei carri armati è alle porte. Così possono ribaltare le sorti del conflitto
L’Italia ha 150 carri Ariete, ma poche decine sarebbero operativi. Nei prossimi anni, con una spesa di 1 miliardo, ne verranno ammodernati 125. La Germania ha 260 Leopard, ma solo 160 pronti al combattimento. E gli inglesi dispongono di 227 Challenger 2. Solo la Polonia fa la parte del leone con 500 carri armati, metà Leopard e metà T-72 e T-91 di fabbricazione russa. Però Varsavia ha ordinato 366 Abrams M1A1/A2, sottolinea Analisi difesa, e dalla Corea del sud ben mille K2 Black Panther.
L’unico paese in grado di fornire agli ucraini un centinaio di carri sono gli Stati Uniti. Però gli Abrams pongono difficoltà logistiche, di manutenzione e addestramento che prevedono tempi lunghi. Non solo: i tank moderni occidentali sono forse troppo pesanti e complessi per spostarli in Ucraina e impiegarli nel dedalo della battaglia su una parte degli 800 chilometri di fronte. Anche per questo motivo sono stati promessi o in arrivo 400 veicoli da combattimento più leggeri e flessibili come i cingolati Marder tedeschi, i Bradley americani, i Cv90 svedesi, gli Stormer britannici, tutti armati di mitragliere e missili controcarro. Oltre alle autoblindo Amx Rc10 francesi e agli Stryker statunitensi e canadesi. Il nostro paese non ha escluso l’invio di blindo Centauro con cannoni da 105 millimetri. Una valanga di mezzi in vista della grande battaglia di primavera.
IL GIORNALE
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