Autonomia: quali competenze potrebbero passare alle singole Regioni e cosa sono i Lep?

di Marco Cremonesi

Ecco i punti fondamentali del disegno di legge presentato dal ministro Calderoli e approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri

Autonomia: quali competenze potrebbero passare alle singole Regioni e cosa sono i Lep?

Che cosa è l’autonomia differenziata?
È la possibilità per ciascuna Regione di chiedere allo Stato nuove funzioni insieme alla risorse «umane, strumentali e finanziarie» per svolgere adeguatamente tali compiti. Il disegno di legge approvato ieri in Consiglio dei ministri definisce «i principi generali per l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di Autonomia» nonché le «modalità procedurali di approvazione delle intese fra lo Stato e una Regione». È insomma, anche, una sorta di programma di quanto accadrà nei prossimi mesi. Secondo il ministro Roberto Calderoli l’iter richiederà circa un anno.

Si tratta di una riforma costituzionale?
No. Proprio perché il ddl approvato ieri dà attuazione a quanto previsto dalla riforma costituzionale del 2001 (titolo V), le Autonomie avranno un percorso parlamentare e istituzionale normale, anche se piuttosto articolato: non sono comunque previste doppie approvazioni distanziate nel tempo come nel caso delle riforme costituzionali.

Che cosa contiene il disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri?
Ieri è stata data all’unanimità l’approvazione preliminare dei 10 articoli del disegno di legge di attuazione delle Autonomie. I passaggi attraverso cui le Autonomie entreranno nell’assetto dello Stato. Il prossimo passaggio è il parere della Conferenza unificata, che dovrebbe avvenire entro due o tre settimane. A quel punto il Consiglio dei ministri potrà approvare definitivamente il quadro della riforma che poi affronterà l’esame delle Camere.

Quali sono le competenze che potrebbero passare alle Regioni?
Ciascuna Regione può chiedere le competenze che ritiene di poter svolgere tra le 23 materie indicate nella riforma del titolo V del 2001. Si tratta di un lungo elenco di materie anche se, al momento, soltanto il Veneto ha chiesto tutte le materie possibili secondo Costituzione.

Che cosa sono i Lep che accendono la discussione politica?
I Livelli essenziali di prestazione sono, materia per materia, i livelli minimi dei servizi erogati dallo Stato. Una delle discussioni cruciali a venire, sarà appunto su come definirli e, in caso di necessità, come finanziarli. Non è un passaggio eludibile: secondo il ddl, la richiesta di Autonomia «è consentita subordinatamente» alla definizione dei Lep. Per comprendere che cosa siano i Lep, spesso vengono paragonati ai Livelli essenziali di assistenza (Lea), già definiti nel 2001 e poi nel 2017. E cioé le prestazioni e i servizi sanitari, con il loro corrispettivo economico, che lo Stato è tenuto ad assicurare a tutti i cittadini. In questo senso in queste settimana si è sentito chiamare i Lea «i Lep della sanità». La definizione dei Lep sarà utile anche a definire i cosiddetti «costi standard» dei diversi servizi.

Che cosa è la «cabina di regia»?
I Lep saranno determinati da una commissione paritetica tra Stato e Regioni. A supporto di quest’organo, il ministro Roberto Calderoli nelle prossime settimane costituirà una «cabina di regia» a cui daranno il loro contributo numerosi esperti di chiara fama, ciascuno per l’argomento di competenza.

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