Armi che passione: basta un nulla osta e in Italia si può comprare una pistola
Francesco Grignetti
ROMA. Italiani, brava gente, ma con il porto d’arma. Gli ultimi dati ufficiali dicono che sono 1.222.537 le licenze di porto d’armi in corso di validità per tutte le categorie. Un dato in leggera diminuzione rispetto al 2020, dove è marcata soprattutto la riduzione dei cacciatori.
A ben guardare tra i dati, quasi una metà di quelli con porto d’armi, pari a 543.803 licenze, sono di uso sportivo. Il resto sono 600mila cacciatori, 33mila guardie giurate e poi 12.500 persone che hanno un porto d’arma per difesa personale. Il dato impressiona da sempre i sindacati di polizia, che lanciano allarmi come sia complicato avere il porto d’armi da parte di questure e prefetture, e poi sia così semplice, invece, avere un’arma per un presunto uso sportivo. E si stima che ci siano in circolazione almeno 10 milioni di pistole.
Una licenza per il porto d’armi, peraltro, dura 5 anni, va rinnovata in prefettura, occorre una certificazione medica, e dal 2021 c’è stata anche una minima stretta in quanto non è più possibile avere armi per chi sia stato sottoposto a un Trattamento sanitario obbligatorio. Accadeva infatti anche questo: che i prefetti, per motivi di privacy, non potessero avere accesso ai dati sanitari dei richiedenti. Ora tocca ai sindaci, in quanto autorità sanitaria, informare di ogni Tso i prefetti ed esiste un database.
Detto ciò, da sempre chi si occupa di sicurezza ritiene che sia un errore strategico diffondere le armi. Poco tempo fa, Domenico Pianese, segretario generale del sindacato Coisp, dopo il caso di un carabiniere ferito nel Catanese nel tentativo di sedare una rissa, diceva: «È più che mai necessario rivedere e irrigidire i criteri di assegnazione dei porto d’arma e dei nullaosta all’acquisto ai privati cittadini».
Già, perché molti hanno un semplice nullaosta, il che permette loro tranquillamente di tenere le armi in casa. «E mentre il porto d’armi viene concesso in seguito a un’istruttoria, e in casi di necessità comprovata, il nullaosta all’acquisto è molto più semplice da ottenere dal momento che decadono i requisiti della straordinarietà. Con un nullaosta è possibile acquistare in una qualsiasi armeria fino a sei fucili, due pistole e 1.500 proiettili da tenere in casa».
Un altro dato salta agli occhi: il Censis recentemente ha sondato le paure degli italiani e ha scoperto che il 9,6% dei residenti ritiene di dover difendere la propria abitazione con un’arma da fuoco. Sono circa 4 milioni di persone. Molte più di quelle autorizzate dal ministero dell’Interno.
Palesemente è da questo bacino che vengono fuori i 543mila che dichiarano un uso sportivo e vanno regolarmente ad addestrarsi al poligono. Senza criminalizzare nessuno, è da qui che sono venuti fuori i casi di Costantino Bonaiuti, il sindacalista di 61 anni che tre settimane fa ha ucciso a Roma la ex compagna Martina Scialdone; oppure quello di Claudio Campiti, a cui la prefettura aveva negato a ragione il porto d’armi perché lo aveva ritenuto instabile psicologicamente e così, per fare la strage nella riunione di condominio a Fidene, ha utilizzato una pistola sottratta al Tiro al volo.
L’allarme è carsico e riemerge ad ogni tragedia. Due anni fa, ci fu un triplice allucinante delitto ad Ardea, terminato con il suicidio dell’assassino, un giovane con palesi problemi psichici. Quella storia fece rabbrividire l’Italia perché furono uccisi due bambini al parco. Quella volta, il giovane Andrea Appignani si era impadronito dell’arma del padre, deceduto, vigilantes in pensione, senza che nessuno si rendesse conto dell’accaduto.
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