Berlusconi «spinto» dai sondaggi e dai timori per l’economia. Ma i suoi corrono a chiarire dopo le parole su Zelensky
La linea ufficiale è tracciata. In molti
si attengono. Ma a vivere con disagio i postumi di quella «bomba»
mediatica sono gli stessi azzurri. Un candidato forzista racconta
il momento della deflagrazione vista dall’interno: «Ho pensato subito:
“Ecco qua, adesso perdiamo”. Poi mi è impazzito lo smartphone. E sono
cominciate telefonate di tutti a tutti. Certo anche il presidente
Berlusconi è stato chiamato. Ed è stato anche convinto. Infatti non ha
continuato».
Com’è noto, Berlusconi è attento ai segnali del Paese, soprattutto quelli riscontrati nei sondaggi. Gli ultimi davano 3 italiani su 4 preoccupati per le conseguenze della guerra. E se all’inizio il 55% era pro sanzioni e il 31 contrario, oggi i favorevoli sono scesi al 46 e i contrari saliti al 37. Ma a microfoni spenti molti parlano del disagio vissuto dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, costretto da Meloni a mediare con Berlusconi tornato a intonare gli stessi temi rivelati dagli audio pubblicati da Lapresse a ottobre. «Ho riallacciato i rapporti con Putin tanto, tanto», aveva detto il leader azzurro ai parlamentari forzisti e aveva riletto le vicende dell’Ucraina. «Le Repubbliche del Donbass — aveva detto — erano disperate perché Zelensky aveva buttato al diavolo gli accordi di Minsk e triplicato gli attacchi».
Così si erano rivolte a «Vladimir» che aveva inventato l’operazione speciale in cui «le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica e metterne uno di persone perbene». In Forza Italia molti sperano che finisca come allora. Polemiche, chiarimenti e nulla più. Ma la smorfia amara disegnata sui volti dei colleghi di FdI la dice lunga. «Mi dissocio dalle parole di Berlusconi», dice Fabio Rampelli, vicepresidente FdI della Camera: «Lui può fare le esternazioni che vuole. Le ha anche corrette. Ma non fanno le linee del governo».
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