Zelensky, l’intervista: «Grato all’Italia per la scelta di mandarci armi. Berlusconi? Meloni è forte e terrà compatto il suo governo a sostegno di Kiev»
Volodymyr Zelensky ci ha ricevuti nel suo ufficio nel centro della capitale ucraina nell’imminenza dell’arrivo della premier a Kiev. «Le dichiarazioni di Berlusconi su Putin? Se gli piace la Vodka anche noi gliene mandiamo. Noi ne abbiamo di ottima qualità in Ucraina»
dal nostro inviato
KIEV — «Con Giorgia Meloni ci siamo appena visti a Bruxelles e sono
felice di accoglierla in Ucraina. L’attendevamo da tempo a Kiev. Sin
dall’inizio della guerra l’Italia del governo di Mario Draghi aveva
scelto di sostenerci, un passo importante con un ruolo decisivo del
vostro Paese per accettare l’Ucraina quale pieno membro dell’Unione
Europea. E oggi la cosa procede bene. Infatti, con Giorgia avevo avuto
alcune lunghe telefonate molto cordiali subito dopo la sua nomina a
premier e avevo notato che si muoveva nel senso della continuità»,
spiega al Corriere della Sera Volodymyr Zelensky, che per quasi un’ora e mezza ci ha ricevuti insieme ai colleghi di Repubblica e del Sole 24 Ore nel suo ufficio presidenziale nel centro della capitale ucraina nell’imminenza dell’arrivo della premier italiana.
Lorenzo Cremonesi durante l’intervista nell’ufficio presidenziale di Kiev
Durante l’incontro hanno suonato le sirene degli allarmi aerei, si è deciso di non scendere nei rifugi, la guerra continua: Mosca sta intensificando le offensive in vista del primo anniversario dell’invasione il 24 febbraio. «Sono molto grato all’Italia per la scelta di mandarci armi sia per la difesa antiaerea che per le artiglierie, le decisioni di principio sono state prese: noi si aveva insistito particolarmente di avere armi per garantire la difesa delle nostre infrastrutture energetiche», prosegue. «Non so con precisione quando arriveranno quelle armi. Noi, comunque, ci attendiamo la piena cooperazione dell’Europa e siamo certi che ne diventeremo membri, anche perché noi stiamo ripulendoci dai nostri oligarchi e dalla corruzione interna. Dopo la guerra, potremmo anche scoprire che ci sono più oligarchi in Italia che non in Ucraina. Sto facendo passare leggi speciali contro gli oligarchi locali».
Presidente, come lei ha detto la premier
Meloni ha espresso forte sostegno per la causa ucraina. Ma due suoi
stretti alleati, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, non nascondono le
loro simpatie filo-Putin. Teme che l’Italia potrebbe ad un certo punto
abbandonare il fronte europeo contro la Russia?
«Per noi è fondamentale non perdere il sostegno italiano e di nessun
altro Paese, che abbiamo coltivato con grande sforzo contro l’intensa
campagna di disinformazione diffusa dal Cremlino negli ultimi anni.
Credo che parte della nostra debolezza sia dovuta al lavoro della
propaganda russa. Ecco il motivo per cui io di persona dal primo giorno
dell’invasione ho creato un sistema di comunicazione continua per
fornire la vera versione dei fatti. Abbiamo visto dall’invasione russa
della Crimea e del Donbass (nel 2014, ndr)
che l’arrivo dei carri armati è preceduto dalla campagna delle false
notizie. Noi riteniamo che sia centrale mantenere il sostegno italiano
per garantire quello degli altri Paesi e ciò vale anche per la
compattezza dell’Europa, dove l’Italia ha un ruolo trainante in campo
economico, sociale e politico. Sono comunque fiducioso: Giorgia è una
donna forte che può tenere compatto il suo governo».
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