“Rischio default” Berlusconi dice sì allo stop di Giorgia e apre il confronto. Fi: subito un tavolo

Pier Francesco Borgia

L’obiettivo principale è la tutela di famiglie e imprese. Il superbonus per l’edilizia resta un tema di forte impatto. E, dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto che blocca la possibilità sia di cedere che di scontare i crediti di imposta, da più parti si levano gli appelli a un ridimensionamento della misura per non piegare un settore, quello dell’edilizia, già in forte crisi.

Forza Italia chiede a questo proposito un tavolo di maggioranza. Un confronto da effettuare prima che il provvedimento venga incanalato nei lavori delle commissioni parlamentari, al fine di risolvere velocemente e in modo spedito il tema dei miglioramenti da apportare al decreto. I due capigruppo azzurri di Camera e Senato, Cattaneo e Ronzulli in una nota spiegano: «Chiediamo che sia istituito un tavolo dove siedano i capigruppo di maggioranza prima che il provvedimento venga posto all’attenzione della commissione». «Si potrebbe così ovviare – proseguono – allo scarsissimo tempo dato ai partiti di maggioranza, e agli stessi ministri, per valutare e emendare il provvedimento prima del Consiglio dei ministri che lo ha varato. In appena mezz’ora, Forza Italia è comunque riuscita ad apportare due importanti modifiche. La prima riguarda la responsabilità solidale degli istituti di credito, che grazie a noi saranno chiamati a rispondere solo per il loro eventuale dolo e non anche per quello di chi ha effettuato i lavori. Così da facilitare lo sblocco dei crediti incagliati». Il secondo intervento ha riguardato, spiegano, la riduzione del numero dei documenti da presentare per dimostrare la regolarità degli interventi effettuati. «Questo – aggiungono – in considerazione del fatto che non si può pretendere, oggi, una attestazione che non è mai stata prevista dalle leggi sui Bonus edilizi».

«Da uomo di Stato e di economia – scrive lo stesso Berlusconi sui suoi profili social -, è che sia giustificato e forse inevitabile il percorso del Governo per evitare danni al bilancio dello Stato, che potrebbero addirittura portarci ad una situazione di default. Naturalmente il Parlamento sovrano discuterà il decreto, e, nei tempi richiesti, ove lo ritenesse opportuno, potrà apportare utili modifiche». Nessuna crisi in maggioranza, quindi. Come assicura lo stesso ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Che conferma le parole di Berlusconi. «Era indispensabile approvare in Cdm quella decisione – spiega – perché con le nuove regole di Eurostat c’era il rischio che i conti pubblici saltassero».

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