Bonaccini prende il largo. Ma la Schlein spera nella Cgil
A preoccupare il fronte Bonaccini c’è il dato del voto metropolitano: a Roma e Milano vince (di poco) Schlein. Era nel conto, perché da Zingaretti a Majorino i big locali sono schierati con lei, ma è vero che alle primarie si vota più in città che in provincia, e il voto di opinione conta più di quello di partito. E per Bonaccini è importante anche vincere bene: «Per essere libero dai lacci e lacciuoli correntizi, deve vincere sopra al 60%», spiegano i suoi. Altrimenti rischia di essere costretto a cercare il compromesso con i capibastone interni (da Orlando a Franceschini a Bettini a Zingaretti) che sostengono Schlein, e che – se lei perdesse di poco – punteranno ad imporla come capogruppo alla Camera. Ossia una delle poche postazioni chiave per decidere la linea di un partito di opposizione.
IL GIORNALE
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