Noi pendolari con il fuso orario, Roma più vicina agli Usa che a Ostia

Come si comportano il tempo e lo spazio in questo universo? Come pare a loro, a giorni alterni e fermate a richiesta. Può capitare di salire sul Torino-Ivrea (una delle linee relativamente migliori) all’ora di rientro da scuola, essere sospinti in avanti dalla calca alla ricerca di un posto, fino a trovarsi incastrati tra due vagoni, proprio davanti alla scritta: «Vietato sostare tra due vagoni». E da lì proseguire in apnea fino alla destinazione finale.

Le ferrovie siciliane sono un multiverso, una dilatazione cosmica che copre la tappa Trapani-Catania (300 km) nello stesso tempo (9 ore) di un volo Roma-New York (6.889 km). I binari, come i cieli, sono gli stessi di un secolo fa. Sanne Derks, fotografo olandese, un anno fa aveva deciso di viaggiare su tre di queste linee: la Circumetnea, la Siracusa-Gela e la Piraineto-Trapani. Si era aspettato lo charme delle piccole cose e quella miseria così nobile adornata dalla resa. Aveva programmato due giorni e mezzo di viaggio, immaginando di saltare da un treno all’altro, con l’odore di zagare che lo seguiva dai finestrini abbassati. Tra cancellazioni, ritardi e deviazioni ne impiegò il doppio, trovandosi per lo più a bordo di autobus sostitutivi che non restituivano la poesia della locomotiva. Tuttavia lo straniero è incline a trovare in questo quotidiano sfacelo un carattere del Paese, una delle ragioni per cui attraversarlo con andamento lento. Il suo entusiasmo non contagiò Giuseppe Mandolfo, pendolare che saliva su quel treno incerto cinque giorni alla settimana per andare a studiare all’accademia di polizia, ma spesso arrivava in ritardo e talvolta non arrivava proprio. Da Trapani a Palermo impiegò sette ore anche Matteo Salvini, in campagna elettorale, nel 2017. Promise «nuove infrastrutture». Ora che ne è ministro lo ripete, ma premette «anche». Prima, mette il Ponte sullo Stretto.

Intanto i convogli regionali invecchiano, ma proseguono stantuffando. Sulla Roma Lido quelli della Cotral hanno 33 anni di media contro i 12 di Trenitalia. Ne passa uno ogni mezz’ora invece che ogni quarto d’ora. Si firmano petizioni contro i «pollai» (banchine e convogli) e si ottiene una “sottiletta” (un aggiuntivo ogni ora e mezza). I bagni si rompono. I vandali lanciano sassi contro i finestrini. Ogni tanto, come per gli autobus di Roma, capita un incendio. Così si conviene ai giorni infernali.

LA STAMPA

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