Fisco, la riforma: nel piano del governo Irpef semplificata e abolizione Irap
Nuova imposizione per i professionisti e moratoria in estate
La
proposta di Leo è dividere le imprese in due categorie: per le grandi
aziende introdurre una “cooperative compliance”, cercando di dialogare
con loro. Mentre per il mondo delle piccole imprese si può andare verso
un sistema di tassazione chiamato “concordato preventivo biennale”. In
poche parole, l’amministrazione fissa un’imposizione all’imprenditore in
base ai suoi redditi precedenti e per due anni non chiede altro.
Superare l’Irap è tra gli obiettivi del governo Meloni, dando priorità
alle società di persone, agli studi associati e alle società tra
professionisti. Per eliminarla del tutto occorrerà un percorso graduale,
visto che tra il 2015 e il 2019 l’imposta regionale ha contribuito a
circa un quinto del finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Si
punta a una moratoria estiva, senza scadenze di versamento nel mese di
agosto, e a una trimestralizzazione dei versamenti minori.
Dichiarazioni infedeli niente processo e sanzioni più soft
La delega fiscale si occuperà di riordinare l’imposta sul valore aggiunto, soprattutto per quanto riguarda le aliquote agevolate del 4%, 5% e 10%, cercando di aiutare così le categorie di reddito più deboli. Solo per fare un esempio che riguarda i beni di prima necessità: l’Iva sul pane è al 4%, al 10% sulla carne e al 22% per una bottiglia d’acqua. Tuttavia l’imposta sul valore aggiunto è anche una delle tasse più evase che fa dell’Italia la maglia nera in Europa. La strategia anti evasione del Tesoro si fonda sul dialogo e su sanzioni tributarie più eque. Il vice ministro Leo assicura severità sulle frodi ma propone di depenalizzare il reato di omesso versamento e di dichiarazione infedele (per violazioni oltre i 150 mila euro), che vorrebbe far rientrare solo nell’alveo della giustizia civile. Tema che ha fatto scoppiare le polemiche già nell’ultima legge di Bilancio.
LA STAMPA
Pages: 1 2