La notte delle bombe in Ucraina: l’inferno dalle 4. Il racconto dal fronte
A causa dei bombardamenti a Zaporizhzhia la centrale nucleare è stata tagliata fuori dalla rete elettrica,
come comunica il gestore Energoatom, che mette in guardia sul rischio
di un possibile incidente atomico. «I russi stanno mettendo il mondo
sull’orlo di una catastrofe nucleare. E questo avviene il giorno dopo i
negoziati con le Nazioni Unite sulla smilitarizzazione della centrale»,
si legge in una nota.
Tutto ciò avviene mentre il braccio di ferro per il controllo di Bakhmut prosegue serrato e sanguinoso.
I russi attaccano a ondate, subiscono forti perdite, ma continuano a
premere. Gli ucraini resistano e cercano di garantire che le vie di
collegamento tra il centro della città quasi del tutto circondato e le
retrovie restino percorribili per l’invio di rifornimenti, munizioni e
rinforzi. La guerra assume sempre più le sembianze del lungo conflitto
di logoramento.
Il direttore dell’intelligence americana, Avril Haines, ha ribadito ieri a Washington che Vladimir Putin potrebbe avere compreso che il suo esercito non è assolutamente in grado di avanzare in modo decisivo e neppure puntare a vittorie rapide. Anche la tanto attesa «offensiva di primavera» russa sembra già essere iniziata e in effetti avere fallito. Mosca potrebbe allora avere deciso di puntare sul lungo periodo: ovunque i russi stanno trincerandosi, mirando a indebolire gli ucraini semplicemente attendendo che gli alleati occidentali ad un certo punto perdano interesse e motivazione. La scelta allora di continuare a bombardare i centri civili ucraini e stancare la società civile potrebbe diventare prioritaria.
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