Meloni, patto con Rutte: “Ora lotta ai trafficanti, difendiamo i confini”

Niccolò Carratelli

ROMA. Una sponda più a Nord, dove finora non l’abbiamo mai trovata. È quella che cerca Giorgia Meloni per affrontare i dossier europei più delicati, dalla gestione dei flussi migratori alla riforma del Patto di stabilità. La presidente del Consiglio accoglie a Palazzo Chigi il primo ministro olandese, Mark Rutte, storicamente un interlocutore ostico per l’Italia, soprattutto sul fronte delle regole di bilancio. A Roma, però, si presenta con la faccia buona, omaggiando la premier con un mazzo di fiori, in prevalenza mimose, e perfino con un bacio sulla guancia.

Il prologo a un incontro «lungo, proficuo e cordiale», come lo definisce Meloni, sottolineando un «approccio pragmatico e concreto: mi sono trovata di fronte una persona lucida, che ha intenzione di trovare soluzioni». Innanzitutto, sull’eterno problema dell’immigrazione, reso ancora più bruciante dal drammatico naufragio di fronte alla spiaggia di Cutro. Alla vigilia della partenza per la Calabria, dove oggi pomeriggio presiederà una riunione simbolica del Consiglio dei ministri, la premier torna sullo scambio di lettere con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. E ribadisce che, a suo avviso, a Bruxelles si intravede «un cambio di approccio». In particolare, ci tiene a sottolineare come con Rutte ci sia «una visione comune» sulla necessità di «affrontare il problema come un tema europeo, non in base alla contrapposizione fra movimenti primari e secondari, ma partendo dalla difesa dei confini esterni e quindi dalla lotta ai trafficanti». Rutte si mostra insolitamente conciliante sulla gestione dei movimenti secondari, non reitera le accuse all’Italia per il mancato rispetto del regolamento di Dublino: «Dobbiamo collaborare e trovare accordi – spiega – È una corresponsabilità dei nostri Paesi, quello di primo arrivo e quello di transito». Il capo del governo olandese si dice poi d’accordo sull’importanza di un «approccio europeo efficiente» e di «una lotta unita contro i trafficanti di esseri umani, per prevenire questo tipo di tragedie». E, a dimostrazione di un certo feeling con Meloni, spiega che «forse faremo anche un viaggio insieme in Africa per cercare di raggiungere degli accordi. Dobbiamo lavorare con i Paesi di partenza, fare partenariati e armonizzare la politica sui visti».

Ma i flussi migratori non sono l’unico argomento di conversazione. Con l’ospite olandese la premier non elude gli antichi contrasti sulle regole di bilancio, proprio mentre Bruxelles muove i primi passi verso la riforma del Patto di stabilità. L’Olanda non è mai stata tenera con l’Italia sul fronte dei conti pubblici e la stessa negoziazione del Recovery plan e delle misure economiche per far fronte alla crisi pandemica ha a lungo visto contrapposti i due Paesi. «Noi crediamo che le nuove regole sulla governance europea debbano tenere maggiormente in considerazione il tema di un equilibrio tra la stabilità e la crescita, che sono entrambi necessari», dice Meloni, sapendo che a Bruxelles la posizione dei Paesi cosiddetti “frugali”, di cui l’Olanda fa parte, non sarà facile da smussare. Non a caso, glissa sul punto, non fa nessun accenno alla questione durante le dichiarazioni alla stampa.

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