Fisco, arriva la stretta sulle detrazioni
Luca Monticelli
ROMA. Arriva il tetto a detrazioni e deduzioni fiscali. Nella bozza della delega a cui sta lavorando il governo non compaiono cifre, ma nei decreti legislativi che verranno emanati entro 24 mesi si vuole introdurre una soglia massima di sconti parametrata al reddito dei contribuenti. Una stretta che però non riguarderà le spese sanitarie, quelle per l’istruzione e gli interessi passivi dei mutui sulla prima casa. Dovrebbero essere escluse anche le detrazioni edilizie sul risparmio energetico e sull’adeguamento sismico degli immobili. È questa la strada tracciata dalla riforma attesa in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Le associazioni degli imprenditori plaudono alla direzione presa dal governo, dalla Confedilizia alla Confartigianato, dalla Cna a Confcommercio, ma tutte chiedono un confronto con l’esecutivo. I commercialisti parlano di «occasione storica per il riordino della normativa tributaria», sottolinea il presidente dei professionisti Elbano De Nuccio. Rimane prudente Confindustria: «La riforma ha senso se è organica», spiega Carlo Bonomi che aggiunge: «Noi pensiamo che si debba cambiare il paradigma, non più un fisco che pensa solo al gettito, ma che sia amico delle imprese e di chi vuole fare». Bonomi è scettico sul taglio dell’Ires legato alle assunzioni: «Meglio la decontribuzione».
Critica invece la Cgil: «La nostra proposta va nella direzione opposta rispetto a quella che si sta discutendo», osserva il segretario Maurizio Landini, che però attende di conoscere il testo definitivo. «Se il governo non si confronta con noi – attacca – decideremo come sostenere le nostre rivendicazioni e proposte».
Le coperture
La riforma del fisco non può essere finanziata in deficit e le coperture non possono che venire dal recupero dell’evasione e dalla revisione delle 600 voci delle tax expenditures. Il viceministro Maurizio Leo non si sbilancia su quante siano le risorse disponibili, ovvero i soldi che giacciono nel fondo alimentato dalle entrate strutturali derivanti dalla lotta all’evasione. Il governo Draghi aveva messo da parte 3 miliardi, ora, visto il recupero record del 2022 che ha consentito all’Agenzia delle Entrate di portare a casa 20 miliardi, quelle risorse dovrebbero essere aumentate. «Quando scriveremo i decreti legislativi valuteremo quanti soldi abbiamo a disposizione, la delega che porteremo la settimana prossima in Consiglio dei ministri non ha bisogno di coperture», afferma Leo.
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