Così la guerra in Ucraina ridisegna gli equilibri in Europa

All’America serve una Nato più americana dell’attuale. Questa è troppo pletorica, troppo «democratica» (vige almeno sulla carta il principio dell’unanimità, pari al liberum veto della Polonia jagellonica) e troppo indisciplinata. Consideriamo solo l’ambiguità del cardine turco e le eccentricità della Vecchia Europa, dal neutral-pacifismo tedesco e italiano al laissez-moi faire francese. Confermata nelle sue idee dalla guerra contro la Russia, domani forse contro la Cina, Washington applica alla Nato il motto leniniano «meglio meno, ma meglio». La qualità prevale sulla quantità. L’Alleanza che sognano gli americani poggia su clienti disposti a spendersi per il Numero Uno. In ambito atlantico i soci migliori – scontata la fedeltà britannica – abitano il fronte del Nord-Est, dalla Scandinavia al Mar Nero. Al centro, la Polonia, cuore dello schieramento, con la sua corona di baltici che si identificano a corpo (quasi) morto con l’America. Squadra oggi meno potente dei poco affidabili euroccidentali, domani o dopodomani gruppo di testa dell’Alleanza a stelle e strisce anche sotto il profilo strettamente militare. Anche perché disposti a morire per l’America (quasi) come per la patria. Da verificare se gli americani siano disposti a morire per loro.

LA STAMPA

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