Vini (e super mancia). Obama al ristorante servito da mio figlio
All’inizio della sua carriera, Jacopo per mantenersi fece anche il cameriere. La sera del 10 marzo 2017 fu lui a doversi occupare di Barack, Michelle e Malia. Il ristorante dove lavorava, Via Carota al West Village di New York, ha due chef donne che ne hanno fatto un magnete di celebrità: attori, cantanti. Quando seppero che dovevano arrivare gli Obama, fu allarme rosso. Le chef proprietarie decisero di affidare a Jacopo la «gestione» esclusiva di quei tre clienti particolari, forse perché bisognava avere i nervi saldi come su un palcoscenico. Gli Obama continuano a suscitare scene di delirio ovunque appaiano: quando vanno a vedere un musical a Broadway, devono entrare a spettacolo iniziato per evitare tumulti popolari. E poi la sicurezza resta un affare di Stato anche dopo l’addio alla Casa Bianca.
A Via Carota il Secret Service si era presentato due ore prima: ispezione dei luoghi, interrogatorio delle proprietarie. Non bisognava chiudere il locale al pubblico perché gli Obama non vogliono perturbare la vita degli altri. Però: saletta separata, accesso diretto dalla strada, corridoio riservato per portare i piatti dalla cucina sul loro tavolo, sotto lo sguardo vigile di sei guardie del corpo. Nonostante le cautele, quando si è sparsa la voce che c’erano gli Obama, nelle altre sale del ristorante è scattata la standing ovation in loro omaggio. Dentro la saletta l’intimità era totale: papà mamma e figlia, più le ripetute visite di Jacopo. «Sarò il vostro cameriere stasera, posso illustrarvi i piatti del giorno?». Il resto della conversazione è riservato: i camerieri hanno una deontologia severa. Ho saputo solo qualche dettaglio. Come in tutte le famiglie dei nostri tempi, la figlia parla e i genitori ascoltano. Malia ha colpito Jacopo per la buona educazione; Michelle perché la più calorosa, empatica; Barack perché ha le idee chiare fin dall’inizio, anche sulla lista dei vini, e non aspetta i consigli del cameriere. Che comunque gli ispirava fiducia «perché italiano». Barack lasciò una mancia che è il doppio della media americana, già generosa. In famiglia conserviamo la foto incorniciata di quella ricevuta con la firma del 44esimo presidente.
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