Buon senso da riscoprire per chiarire i dilemmi morali
Si può applicare questo buon senso etico anche al tempo d’oggi e alle nostre latitudini? Possiamo persuadere le coppie che un figlio in adozione o in affido può soddisfare il loro desiderio di genitorialità, e aprire nei fatti questa strada, riducendo così il rischio di mercificare il corpo di una donna? Possiamo supplicare Cospito — sì, supplicare — di mettere fine a una protesta che può costargli la vita? O diventiamo troppo deboli se lo facciamo, perché lo Stato perde così la sua faccia feroce, da codice penale, e diventa meno credibile e rispettato?
Arrivati a questo punto il lettore avrà capito che la risposta di chi scrive è che sì, possiamo e dobbiamo provarci. A due condizioni. La prima è che i partiti, e le loro mosche cocchiere, non usino questi dilemmi morali come strumento di lotta politica, sollecitando la facile indignazione del pubblico con l’invettiva moralistica. Non ci può essere un bipolarismo etico. Anzi, vicende come le due citate dovrebbero essere messe ai margini della conflittualità politica, affrontate in una sfera di riservatezza e prudenza, mai impugnate come bandiere. Un grande liberale, Ralf Dahrendorf, arrivava a dire che per tali questioni neanche i parlamenti sarebbero pienamente titolati a decidere a maggioranza, e servirebbero dei «Senati etici» non condizionati dalla ricerca del consenso elettorale (non a caso sono oggi spesso le corti supreme o costituzionali, poteri potenzialmente neutri, ad assolvere a questa funzione nelle democrazie occidentali).
La seconda condizione è convincerci che nelle società complesse non tutto può essere risolto dalla legge; soprattutto quando, come adesso, cambiamenti epocali del costume rendono inservibile la morale tradizionale. Ci sono infatti mille altri strumenti per incidere sulla realtà: la pressione di un’opinione attiva e informata, la persuasione nel dibattito pubblico, il lobbying di associazioni e gruppi di opinione, i codici deontologici delle professioni, i regolamenti amministrativi, le decisioni giudiziarie.
Ci deve pur essere, in qualche punto del nostro sistema, un atto di umanità che salvi la vita di Cospito, o protegga la felicità di un bambino, senza che ciò contraddica la nostra condanna morale per chi ha infranto la legge. Uno Stato moderno ha molti modi per riconoscere la «priorità della democrazia sulla filosofia».
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