Pd, rivolta contro Schlein: “La prossima batosta”, chi vuole farla saltare subito
Il nodo per completare la segreteria riguarda essenzialmente le deleghe. L’intoppo principale è quella agli Esteri. Schlein vorrebbe per questo ruolo Peppe Provenzano. Bonaccini, però, lo vorrebbe per Alessandro Alfieri. O meglio: è Lorenzo Guerini, capo di Base riformista ed ex ministro della Difesa, che insiste per averlo. Non solo sarebbe un riconoscimento della minoranza, ma anche la garanzia che il Pd non devia dalla linea atlantista e pro-Ucraina fin qui seguita. Se dovesse sfumare la delega agli Esteri per Alfieri, potrebbe essere la ex capogruppo dem al Senato, Simona Malpezzi, a prenderne il posto in segreteria, ma con una delega diversa. Di sicuro entrerà Davide Baruffi, braccio destro di Bonaccini, a cui potrebbero andare gli Enti Locali, incarico che in in un primo momento era stato pensato per una fedelissima di Schlein, Stefania Bonaldi.
CORSA ALLE POLTRONCINE
L’altra delega ambita è quella all’organizzazione. Schlein vorrebbe Gaspare Righi, suo braccio destro da un decennio, uomo ombra della segretaria. Ma ambiva allo stesso ruolo Marco Sarracino, vicino a Provenzano. Se dovesse prevalere la scelta di Righi, Sarracino potrebbe essere spostato al coordinamento della segreteria. In quota Articolo Uno, invece, potrebbe entrare Cecilia Guerra, con delega del lavoro. Oppure Alfredo D’Attorre. E dovrebbero entrare anche Rossella Muroni e Marta Bonafoni, in quota “esterni”. Altri nomi sicuri sono quelli di Alessandro Zan per i diritti, Sandro Ruotolo per legalità e Sud, Antonio Misiani all’Economia.
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