Calenda e il malumore per Renzi direttore del “Riformista”: «Così si confondono i ruoli»

Ma stavolta c’è qualcosa in più che infastidisce. «L’informazione è un contropotere rispetto alla politica» si sfoga il leader di Azione. «Come si può essere un contropotere di sé stessi?». Per questo assillo chiede che Renzi tracci una linea netta di separazione tra la politica e il giornale. Si intuisce che per chi sta cercando di portare a compimento il processo costituente di un partito unico che dia voce ai valori moderati e liberaldemocratici, Renzi direttore di un quotidiano indipendente rischia di confondere gli elettori, di far passare opinioni personali, non concordate ma di per sé legittime, come posizioni del Terzo polo.

E che questo pericolo sia reale lo conferma lo stesso Renzi scrivendo nella sua e-news settimanale l’obiettivo ambizioso che si è posto accettando di firmare come direttore editoriale (non responsabile) il Riformista dal 3 maggio prossimo: «Faremo del nostro meglio. Continuando a fare politica anche quando gli altri non se ne accorgono». Ecco, quel fare politica con altri mezzi è quel che preoccupa Calenda che non a caso, cercando di scongiurare una sovraesposizione del senatore toscano, rimarca che non fa parte degli organi direttivi del Terzo polo né partecipa alla stesura del manifesto e del regolamento del congresso che porterà al partito unico. Ma Renzi non pare curarsene e rilancia: «Proveremo a costruire un quotidiano che sia un luogo di libertà e di confronto, una casa di valori e una palestra di idee. Riuscirci stando dentro i paletti di Calenda sarà la vera sfida.

CORRIERE.IT

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