Attacco a Tel Aviv, la salma di Parini in arrivo oggi a Ciampino. Netanyahu: “Faremo giustizia”
Erano loro ieri, insieme ad altri ministri e parlamentari, in testa al corteo di migliaia di coloni, ortodossi religiosi e simpatizzanti della destra estrema che ha sfilato verso l’avamposto di Evyatar, in Samaria, non lontano da Nablus. L’avamposto è nato nel 2013 ed è stato distrutto diverse volte, l’ultima nel 2021, dalle autorità israeliane perché illegale, costruito sul territorio della cittadina palestinese di Beita. Dopo l’attentato del 26 febbraio scorso nel quale due giovani coloni in auto nei pressi del villaggio palestinese di Hawara furono uccisi da un terrorista legato a Hamas, che provocò poi una rappresaglia da parte degli abitanti dell’insediamento nei confronti dei palestinesi, Ben Gvir annunciò che si sarebbe battuto per la riapertura di Evyatar, che si trova non lontano dal luogo dell’attentato. La marcia, tra le proteste dell’opinione pubblica, è stata accompagnata e scortata da militari israeliani, che, oltre a bloccare diverse strade per Nablus, hanno anche usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i palestinesi che hanno manifestato contro il furto di terra, con alcuni di loro che hanno lanciato pietre contro le forze di sicurezza. Almeno 120 i feriti, tra i quali alcuni giornalisti.
Non erano invece di gomma i proiettili dell’esercito israeliano che hanno ucciso a Gerico il quindicenne Muhammad Fayez Bilhan, durante un raid nel campo profughi di Aqabat Jabr, alla ricerca di un sospetto terrorista poi arrestato. Nelle stesse ore, in ospedale dove era ricoverata da venerdì, è morta per le ferite riportate nell’attentato che ha ucciso le sue due figlie, Lucy Dee. Sono così 19 le vittime israeliane dall’inizio dell’anno, e a 96 (inclusi anche combattenti e autori di attacchi) quelle palestinesi. E si temono altri scontri per oggi e domani in occasione dell’ultimo giorno di Pasqua ebraica.
LA STAMPA
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