Nomine, le scelte di Meloni per Eni, Enel, Poste, Leonardo e Terna (che scontentano anche i suoi ministri)
In tempi di guerra Leonardo è cruciale e anche il presidente deve essere gradito a Meloni, al Quirinale e ai Servizi. In pole c’è il generale Giuseppe Zafarana, che lascia il comando della Guardia di finanza. La battaglia per la successione già infuria e vede al duello finale Andrea de Gennaro e Fabrizio Carrarini. Enel è un caso, per ragioni politiche e non solo. Al posto di Francesco Starace, Meloni è determinata a promuovere come ad Stefano Donnarumma, ora in Terna, nonostante la contrarietà iniziale di Salvini e Giorgetti che avrebbero preferito una personalità di maggiore esperienza. La seconda ragione per cui i riflettori sono puntati su Enel è l’opportunità di affidare il ruolo di presidente a Paolo Scaroni.
Il manager che per nove anni guidò l’Eni è l’uomo per il quale Silvio Berlusconi, prima del ricovero, si è speso con forza attraverso Gianni Letta e Antonio Tajani. Ma Meloni è consapevole delle forti resistenze e starebbe valutando per la presidenza anche Luciano Carta, ora in Leonardo. La premier è tra coloro che rimproverano a Scaroni l’accordo con Gazprom e i rapporti passati con Putin e potrebbe proporre al presidente del Milan un incarico di minore visibilità.
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