Migranti, il governo vara lo stato di emergenza: l’obiettivo è svuotare gli hotspot
Nelle stesse ore la maggioranza sta cercando l’accordo per le modifiche al decreto Cutro. In una lunga riunione al Viminale, con, il ministro, i sottosegretari e i capigruppo di FdI, Lega e Forza Italia hanno condiviso l’obiettivo, il centrodestra ha concordato di ridurre al massimo la cosiddetta protezione speciale, lo status assegnato a chi, pur non rientrando nella categoria dei rifugiati politici, né in quella della “protezione sussidiaria” prevista dall’Ue, non può essere rimpatriato. L’auspicio di Lega e Fratelli d’Italia, con Meloni, in testa era di arrivare all’abolizione di questo status, che «non rientra in quelli previsti dall’Unione europea», ha spiegato più volte la premier. Ma i paletti sono molti, a cominciare dalla posizione del Quirinale, espressa subito dopo il Consiglio dei ministri celebrato a Cutro. Così, il compromesso possibile, che oggi prenderà forma in un emendamento del governo, sarà quello di una stretta su molte voci della protezione speciale.
Il rinvio dei lavori della Commissione affari costituzionali è stato giustificato dalla maggioranza proprio con la novità rappresentata dallo stato d’emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri. Una spiegazione che non convince le opposizioni: «Se c’è un fatto nuovo e successivo a quello che ha determinato il decreto che stiamo esaminando, è opportuno che si adotti un nuovo decreto legge», dice Andrea Giorgis, senatore del Pd.
LA STAMPA
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