Sala chiede rinforzi. Ma il sindaco Pd ora è un problema anche per il partito

Quindi ora la «notizia» è che anche un sindaco del Pd chiede rinforzi, chiede più telecamere forse, tra un po’, chiederà anche le tanto vituperate pattuglie dell’Esercito, quelle che negli anni passati avevano reso le «strade sicure» ma che a sinistra vedevano come il fumo negli occhi perché «Milano non è Beirut» e i militari sono i militari… Il guaio è che Milano questi temi così terra-terra, così popolari, cosi poco interessanti per una metropoli che negli anni è diventata troppo «vanesia» e compiaciuta della sua internazionale bellezza fa un po’ fatica a trattarli. Fatica a fare i conti con «marginalità» che sono fisiologiche, che non sono colpa di nessuno ma che bisogna però avere il coraggio di ammettere e di affrontare perché a forza di girarsi dall’altra parte poi diventano proprio ciò che non si può dire, cioè emergenze. Ma da un po’ di anni su queste cose così «banalmente» terrene la città e chi l’amministra arrivano sempre dopo, più in ritardo che in anticipo, che non è proprio un’abitudine «meneghina», di una città europea, alla moda, efficiente e sempre un passo avanti. Così ci si accorge troppo tardi che esiste un problema «Stazione Centrale»; che ci sono periferie dove la gente dell’urbanistica tattica non sa che farsene perché dopo una certa ora si chiude in casa e non va in piazzetta a giocare a ping pong perché ci sono i balordi che spacciano; che nella zone della Movida ogni week end scoppiano gazzarre assurde che deve intervenire la «Celere»; che dopo una certa ora molte ragazze in giro, in metro, ovunque da sole non ci vanno più. Su questi temi Milano arranca, insegue sempre un po’ fuori tempo. E più che una città che guarda al futuro pare la città del giorno dopo.

IL GIORNALE

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