Lavoro, sconto a orologeria: i sindacati verso lo sciopero

Federico Capurso

ROMA. Taglio del cuneo fiscale, sostituzione del reddito di cittadinanza con l’assegno di inclusione, incentivi per le assunzioni dei giovani, aumento dei voucher e contratti a termine più flessibili. Per Giorgia Meloni il decreto Lavoro, approvato il Primo maggio in Consiglio dei ministri, contiene «il più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni». Per le opposizioni, invece, «la premier mente, litiga con la matematica», e il decreto, accusano all’unisono Elly Schlein e Giuseppe Conte, «aumenterà il precariato». Per questo Pd e Movimento 5 stelle annunciano di voler scendere in piazza, seppur divisi. E il segretario della Cgil Maurizio Landini avverte: «Non escludo uno sciopero generale».

«Le solite polemiche da sinistra e sindacati del No», reagisce il vicepremier Matteo Salvini, difendendo il nuovo taglio del cuneo, sul quale il governo ha messo circa 3,5 miliardi (da sommare ai 5 previsti nell’ultima legge di bilancio), che porterà aumenti in busta paga «dagli 80 ai 100 euro mensili». Si tratta però di un aumento temporaneo, che varrà per i redditi fino a 35 mila euro l’anno e sarà valido solo da luglio a dicembre 2023. «L’impegno è renderlo strutturale», assicura la ministra del Lavoro Marina Calderone, ma il traguardo resta lontano, vagamente fissato «entro la fine della legislatura». D’altronde, rinnovare la misura per il solo 2024 costerebbe 12,6 miliardi di euro e «ci deve essere una situazione che lo consente, si deve agire con attenzione ai conti». Un aiuto potrebbe arrivare dall’Europa, attraverso le modifiche al Patto di Stabilità attualmente in cantiere a Bruxelles, su cui Meloni alza il pressing: «Sarebbe miope puntare sulla transizione verde e digitale, sugli investimenti sulla Difesa, e poi non tenere conto di queste priorità nel calcolo del rapporto deficit-Pil». Insiste, la premier, che «il Covid, la guerra di aggressione russa all’Ucraina hanno modificato lo scenario geopolitico, anche quello economico, e questo tema non può non essere tenuto in considerazione nel momento in cui si vanno a definire le nuove regole sul Patto di stabilità».

Altro capitolo chiave del decreto, sul quale insistono le opposizioni, è la cancellazione di causali nei contratti precari di 24 mesi. Una scelta che per le opposizioni farà aumentare il precariato. Nel decreto dovrebbe essere prevista poi una proroga di altri sei mesi della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori di Ita, così come la proroga, fino alla fine dell’anno, del reddito di cittadinanza per i percettori che abbiano nel nucleo familiare disabili, minorenni o over 60. Scompare invece dal testo finale l’indennizzo di 500 euro per chi, dopo 24 mesi di precariato, non venga stabilizzato.

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