Comunali 2023, il primo vero scontro tra Meloni e Schlein: città e obiettivi dei partiti per dirsi vincenti
Anche Vicenza, dove si presenta il giovane Giacomo Possamai viene monitorata con attenzione: arrivare al ballottaggio per i dem sarebbe una vittoria, perché al Nazareno sono convinti che al secondo turno il loro candidato potrebbe farcela.
Ma queste comunali, pur nel loro piccolo, aprono anche uno scorcio sul futuro in vista delle elezioni politiche, che rappresentano il vero «big match» per Meloni e Schlein: il centrodestra si presenta quasi dovunque unito, mentre le opposizioni continuano a marciare separate. E così, mentre Meloni, Tajani e Salvini, nonostante le divisioni e gli scontri di governo, non hanno avuto nessun problema a partecipare insieme ai comizi, cosa che è servita alla premier per dimostrare e confermare la sua leadership sul centrodestra, lo stesso non si può dire per il centrosinistra. Anche lì dove Schlein e Conte sostenevano lo stesso candidato i due non si sono mai incrociati.
Qualche giorno fa a Torre del Greco la segretaria dem e il leader 5 stelle sono riusciti nel capolavoro di tenere due comizi separati nella stessa data, nello stesso luogo, per lo stesso candidato. È stato il giorno in cui l’ex premier ha annunciato: «Non c’è nessuna concreta prospettiva di un’alleanza strutturale con il Pd». Ma Schlein non dispera che Conte si riduca a più miti consigli e che, negli eventuali ballottaggi, come è avvenuto a Udine, le opposizioni si ricompattino.
Per il futuro, invece, la leader dem punta sul fatto che i grillini non vorranno assumersi la responsabilità di una seconda vittoria del centrodestra alle politiche. Difficile, comunque, che questo voto abbia ripercussioni concrete sui due schieramenti, anche se, indubbiamente un eventuale calo di Fratelli d’Italia non potrebbe rappresentare un buon segnale per Meloni.
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