La domanda del Washington Post sui presunti contatti tra Prigozhin e il capo dei servizi ucraini Budanov irritò Zelensky. Il caso ricostruito attraverso i canali indipendenti russi

Jacopo Iacoboni

Il giornalismo russo indipendente dalla sera di domenica non parla quasi d’altro: dell’intervista di Volodymir Zelensky al Washington Post, e del passaggio dell’intervista che non compare nel testo finale pubblicato e editato. Perché c’è un retroscena interessante.

Come noto, la direttrice del Washington Post Sally Buzbee, il capo degli esteri Douglas Jehl, il capo per la Russia e l’Europa orientale David M. Herszenhorn, il capo dell’ufficio di corrispondenza in Ucraina Isabelle Khurshudyan e il corrispondente capo per l’Ucraina Siobhán O’Grady hanno intervistato Zelensky per un’ora il 1 maggio nel palazzo degli uffici presidenziali a Kiev. Ne è venuta fuori una conversazione, poi riportata da tutti i media, molto importante, sulla prevista controffensiva, e su documenti di intelligence statunitensi leakati che hanno rivelato informazioni sensibili anche Ucraina. La conversazione, scrisse il Wapo, ebbe solo un leggero editing per chiarezza.

Tuttavia molti siti e canali giornalistici indipendenti russi stanno notando che la parte inizialmente rimossa è interessante. Il Washington Post – ricostruisce per esempio il sito d’informazione russo “Astra” – chiedeva al presidente dell’Ucraina i contatti della sua intelligence con Yevgeny Prigozhin: «Dai documenti risulta che la GUR, la vostra agenzia di intelligence, mantiene contatti segreti con Prigozhin, lei era a conoscenza di questi contatti, inclusi incontri con Yevgeny Prigozhin e ufficiali della GUR. Questo è vero?».

Zelensky, nella risposta, prima evoca il segreto militare, quasi con una battuta per smorzare la tensione: «Questa è una questione di intelligence militare. Volete che io venga condannato per tradimento?». Poi però rilancia lui stesso: «Tuttavia è molto interessante se qualcuno dice che hai dei documenti o se qualcuno del nostro governo parla delle attività della nostra intelligence. Vorrei anche chiedervi: quali fonti in Ucraina contattate? Chi vi parla delle attività della nostra intelligence? Dopotutto, questo è il crimine più grave nel nostro paese in questo momento. Con quali ucraini parlate?».

Il team del giornale risponde ovviamente senza citare le sue fonti: «Possiamo dire esattamente quali informazioni ci sono su Prigozhin e il GUR. Il 13 febbraio, il capo della direzione principale dell’intelligence dell’Ucraina, Kirill Budanov ,l’ha informata del piano russo per destabilizzare la Moldavia con l’aiuto di due ex dipendenti della Wagner. Budanov le ha detto che vede il piano russo come un modo per smascherare Prigozhin, perché “abbiamo a che fare con lui”. Lei ha incaricato Budanov di informare il presidente moldavo Maia Sandu, e Budanov le ha detto che il GUR ha informato Prigozhin che sarebbe stato dichiarato un traditore che lavora per l’Ucraina. Il documento dice anche che Budanov si aspettava che i russi usassero i dettagli dei negoziati segreti di Prigozhin con la direzione principale dell’intelligence e gli incontri con gli ufficiali della direzione principale dell’intelligence in Africa…».

A quel punto, Zelensky risponde così: «Ascoltate. Ad essere onesto, voi leggete qualcosa, dite qualcosa. Semplicemente non capisco da dove prendete tutto questo, con chi state parlando e così via. State parlando di come ho incontrato Budanov. Dite che siete – come dovrei metterlo? Sembra che voi abbiate persone che hanno qualche tipo di registrazione, o avete delle prove, o avete qualcosa, perché è quello che sembra. State facendo di nuovo, vi chiedo scusa, quello che avete fatto prima. Pubblicate alcune informazioni che non aiutano il nostro stato, io non ho ben capito di cosa parlate». A questo punto però c’è un piccolo crescendo di tensione, perché Zelensky dice questo agli intervistatori americani: «Non capisco bene il vostro scopo. Il vostro obiettivo è aiutare la Russia? Voglio dire, significa che abbiamo obiettivi diversi. Ognuna di queste domande demotiva semplicemente l’Ucraina, demotiva alcuni partner ad aiutare l’Ucraina. Beh, comunque, non capisco il vostro scopo».

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