Nella guerra senza limiti né deterrenza si vince solo rovesciando i fronti
Seguendo questa logica il segretario del Consiglio di sicurezza ucraino, Danilov, brutalmente ha dichiarato che per Kiev il rischio del ricorso all’atomica da parte dei russi, posti di fronte alla possibilità di esser travolti, non ha alcun significato. Il loro obiettivo è far scomparire la Russia come potenza: non è forse è scomparsa nel 1989 l’Urss? Questo Danilov è un tipo sincero con le sue parole elementari, tremende, colme di un tetro potere. Tira le conseguenze logiche di ciò che ottusamente i leader occidentali balbettano da un anno e mezzo: che sarà l’Ucraina a decidere cosa fare per vincere, e a decidere di quale vittoria ha bisogno.
Questa progressione della guerra verso la esplicita assenza di limiti, verso la totalità del suo eterno nucleo napoleonico, la distruzione completa del nemico, impone alcune amare constatazioni. Il diritto internazionale, purtroppo, non ha mai impedito o imposto limiti ad alcuna guerra. Chi la inizia è certo che vincerà e quindi non è in alcun modo turbato dalle conseguenze. La punizione è implicita nella sconfitta, ma se prevarrà chi verrà a esigere il conto? L’avvenire redentore lava sempre dai crimini presenti. Pensare che gli aggressori si arrestino fulminati dalla notizia che i giudici dell’Aja accumulano dossier sulle loro attività criminali è ridicolo. È la forza, ahimè, che crea il diritto nella lotta tra le nazioni nel ventunesimo secolo come al tempo della brutale ambasceria della democratica Atene agli sventurati Meli.
A limitare il ricorso alla guerra tra i Grandi, nella seconda metà del Novecento, è stata soltanto la reciproca paura di annientamento, sintetizzata nella parola deterrenza atomica. La Bomba fu una arma così orrenda da esser ribaltata nel suo uso provvidenziale: impedire la tentazione di una nuova guerra Mondiale.
Oggi, dopo un anno di guerra in Ucraina, la deterrenza non funziona più: come dimostra il commento di Danilov. Anno dopo anno l’idea che l’atomica sia una non arma ha provocato la nefasta e falsa certezza che nessuno la userà, se non per minacciare. E non per edificare la città dell’Apocalisse.
Il secondo limite per circoscrivere la guerra che è venuto meno è la possibilità tecnologica di colpire a distanza impunemente e con bassi costi il territorio nemico, la sua economia, le sue città, perfino il Palazzo del suo potere. Questa invenzione criminale sono i droni. Anche i bombardieri sono fragili di fronte alle moderne contraeree. Il drone invece è un kamikaze meccanico che costa poco ed è alla portata di tutti gli eserciti, una micidiale globalizzazione della morte di massa. È la replica “high tech” del terrorismo dei poveracci.
LA STAMPA
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