«È morto Berlusconi»: la folla ad Arcore, il lutto nazionale e il congedo da Milano 2, con un giro in auto per i viali
Tra la gente
Sulla
linea rossa della metropolitana, solo per fare un esempio tra i tanti,
si sale a Lotto che è la solita Italia e si scende dopo cinque minuti
che è un’Italia senza più «il Silvio», come lo chiamano le persone che
si fermano sulla piazzola a compulsare i telefonini, e come a lui non
dispiaceva essere chiamato, con quell’articolo che fa tanto Milano, la
sua città, che amava tanto. «Comunque la si pensi su di lui, è stato un
gigante» afferma un signore in giacca e cravatta che spiega di avere 45
anni, e di non avere mai votato in vita sua a un’elezione dove non ci
fosse Berlusconi o la sua creatura politica.
«Dite quello che volete voi giornalisti, ma ha avuto una vita incredibile, ha cambiato questo Paese e ha combattuto come un leone», commenta una ragazza che
ha sulle spalle lo zaino dell’Inter che racconta di essere appena
rientrata da Istanbul e di non avere mai votato per lui. Ogni commento è
intriso di una emotività collettiva che può essere ignorata solo dagli
odiatori di professione. Davanti ai cancelli della villa di Arcore si
raduna una folla muta, come ai vecchi tempi, quando c’era Silvio. Quando arriva il feretro, parte un applauso composto.
Poi, di nuovo silenzio. La camera ardente sarà privata, forse la giusta
conclusione del cammino di un uomo che ha vissuto la sua intera vita in
pubblico. Sulla torre Mediaset di Cologno Monzese appaiono due messaggi. «Ciao papà» e «Grazie Silvio».
SILVIO BERLUSCONI, 29 SETTEMBRE 1936 – 12 GIUGNO 2023
Le reazioni
In ordine cronologico, ma possiamo sbagliare, tale è la mole di commenti che riempie i media fin da subito, la prima reazione del mondo politico nostrano è quella di Matteo Renzi, un avversario. «Il suo impatto sulla vita politica ma anche economica, sportiva, televisiva è stato senza precedenti» scrive su Twitter il capo di Italia Viva. Giorgia Meloni annulla ogni impegno fino a dopo i funerali, che si terranno domani nel Duomo di Milano, dichiara una giornata di lutto nazionale e registra subito un video alquanto spontaneo. «Con lui l’Italia ha imparato che non doveva mai farsi imporre dei limiti, ha imparato che non doveva mai darsi per vinta. Con lui noi abbiamo combattuto, vinto, perso, molte battaglie e anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che insieme ci eravamo dati. A Dio, Silvio». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella affida il suo pensiero a una nota che si apre con la sua profonda tristezza. «È stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi».
L’onda emotiva
La morte di un personaggio così larger than life, come scrivono i media internazionali, che poi significa straordinario, fuori dal comune, è una questione che non riguarda solo noi. Nel suo telegramma inviato alla famiglia, Papa Francesco, lo ricorda come «un protagonista della vita politica italiana, che ha ricoperto pubbliche responsabilità con tempra energica». Arrivano messaggi dai leader di tutto il mondo, fa discutere quello di Putin, che solleva l’ira del governo ucraino, arrivano dichiarazioni di protagonisti dello sport, dello spettacolo, della cultura, di vecchi amici e di vecchi nemici, persino quello della procura di Milano. Basterebbe quest’onda emotiva per capire come quella di ieri è stata una giornata particolare per l’intero Paese. Nel bene o nel male, comunque la si pensi, nessuno mai come Silvio Berlusconi.
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