Ghisleri: “Berlusconi cambiò linguaggio alla politica, più dei processi poté la moglie”

E poi?
«Chiese: quell’altro 25 per cento che non mi ama, perché? Quando fece il predellino mi spiegò, dalla macchina, le sue ragioni: doveva tenere unita una situazione che si stava sfarinando».

C’erano i problemi con la giustizia, il rapporto difficile con la stampa, il controllo dell’informazione.
«Nonostante tutto quel che accadeva la fiducia non veniva scalfita. A farlo, più di tutto, è stata la seconda lettera della moglie Veronica».

Più dei processi?
«Assolutamente. Mi chiamò nella notte dicendo che dovevamo gestire questa cosa e per dirmi quali avrebbero potuto essere le conseguenze».

Perché il colpo veniva dall’interno?
«Perché veniva dalla famiglia. Berlusconi era un uomo con 17 nipoti, ha sempre messo al centro della sua narrazione il valore della famiglia».

E quindi, la frase sulle «vergini che si offrono al drago», lo ha danneggiato più di ogni altra cosa?
«Sì, soprattutto per il voto delle donne, che era sempre stato un suo punto di forza».

E lei glielo disse?
«Certo. Lo sapeva perfettamente. Ma sentiva anche una grandissima responsabilità. A novembre 2012 decise di ricandidarsi, perché il partito era in calo. Nonostante tutto, senza lui a fare da traino, sarebbe stato spacciato».

LA STAMPA

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