Berlusconi, l’uomo che voleva piacere a tutti: un Casanova della politica e della tv”
Nel frattempo. Il Milan. La televisione. Il cinema, con Medusa: l’Oscar alla Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, per esempio, che smacco alla sinistra, che nemesi. Possedere Einaudi, la casa editrice depositaria della cultura egemone, di opposizione. Qui tutte le strade sono mie, come nella fiaba di Alice. Lasciare, con lungimiranza e magnanimità profittevole, che ciascuno facesse la sua parte purché con vantaggio dell’editore egemone. Voleva diventare Presidente della Repubblica, alla fine. Aveva dovuto lasciare il titolo di Cavaliere, il ruolo di senatore per via delle condanne giudiziarie. Ma appena è stato possibile, l’altro giorno, è tornato in campo: ha determinato in condominio il successo di Meloni. Ha provato a puntare al riscatto definitivo, il Colle: gli alleati l’hanno tradito, come nelle tragedie antiche, e le donne soprattutto. Le donne che tanto aveva amato e che alla fine l’hanno dominato, finto matrimonio compreso. Le donne, è infine qui la chiave: che beffa. Le ha avute tutte, le ha comprate tutte, hanno governato la regia della sua fine. Servirà una serie tv per raccontarlo. Altro che Succession. Putin dice: ho perso un amico. La sinistra nostrana anche è orfana, e vedremo cosa farà senza avversario. Giorgia Meloni ereditiera in pectore. Magari prende tutto lei. Magari no. La storia cambia, a partire da ora. È tutta da scrivere. Un altro Berlusconi non c’è. Finisce un tempo. Viviamo la storia mentre accade, oggi: immaginiamo e anche speriamo che ci sia qualcuno all’altezza. Con migliori intenzioni, con medesimo talento. Ma poi dipende da noi. Dipende da quel che siamo in grado di essere come modello, dall’indole e dalla natura. C’è qualcuno? Stiamo allerta, speriamo.
LA STAMPA
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