Renzi e Salvini, il ritorno dei due Matteo: i «gemelli diversi» ora al Senato fanno i buoni
Francesco Bonifazi, il tesoriere di Iv — una passione per i barboncini bianchi e i Rolex — annuisce con scarsa convinzione.
Maurizio Gasparri, vecchio e autorevole generale forzista, scuote invece la testa: «Renzi è un simpatico visionario». Continui.
«Il centro non sarà mai forza autonoma. Il centro o sta con la destra, o sta con la sinistra». Renzi è sempre stato nel centrosinistra. «Io però ho il forte sospetto che ultimamente Renzi sia invece un po’ indeciso sul dove mettersi».
Per un po’, in ogni caso, il problema non si pone.
Ecco, appunto: qualcuno ha visto Salvini?
È andato via di là.
Ma non ha detto niente.
Quasi, niente.
Perché poi qualche cagnaccio con la telecamerina gli va dietro e lo stuzzica perfido: guardi che Draghi, quando sostiene che l’euro è una scelta irreversibile, ce l’ha con lei (Salvini, giusto ieri, aveva fatto lo spiritoso/provocatore/furbacchione, dicendo che di irreversibile «c’è solo la morte, per fortuna: e infatti siamo tutti nelle mani di Dio»).
In realtà, politicamente, siamo tutti nelle mani di Draghi, che all’euro ci crede e ci tiene. Infatti ecco che subito Salvini mette su il suo sorrisotto che gonfia la mascherina (lui a correre come Renzi la mattina, non ci va): «Euro irreversibile? Draghi ha sempre ragione».
Dice così, però poi provandogli a leggere un po’ lo sguardo: mah, chissà, vedremo. Da un paio di giorni cerca di dettare l’agenda: ha visto Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali; ha chiesto un sottosegretario in quota Lega da piazzare accanto al ministro del Lavoro, Andrea Orlando; e un altro ne vorrebbe mettere al Viminale, per vigilare sui decreti sicurezza.
«È un governo di transizione, ma di cambiamento», ha detto prima, camminando sul marciapiede, con un’aria mite, propositiva, del tipo: guardate che sono molto cambiato, forse nemmeno lascerei più a galleggiare in mezzo al mare bambini e donne incinte.
Ma poi è un attimo e, con tono sprezzante (è come se ci fosse un doppio Salvini, che all’improvviso salta fuori), urla nervosetto: «È finita l’era dei Ciampolilli! Lavoro lavoro lavoro!» — e allora tutti annuiamo, perché — ogni tanto — annuisci e lo fai contento, ma sulla Moleskine intanto hai preso un altro appunto: Salvini al governo è compresso come una lattina di birra.
CORRIERE.IT
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