L’Italia sarà più arancione. Ora si studiano chiusure per le singole province
PAOLO RUSSO
ROMA. Mentre il ministero della Salute valuta se lasciare libertà di scelta agli over 55 che dovranno vaccinarsi con AstraZeneca, le varianti continuano a spaventare gli scienziati ma per ora l’Italia resta più gialla che arancione. Con la novità assoluta della Valle d’Aosta, prima regione che a fine settimana potrebbe passare in fascia bianca, quella dove tutto riapre, forse anche lo sci. Ieri sera molte regioni hanno finito di elaborare i valori dell’Rt che da oggi finiranno sul tavolo degli esperti dell’Iss. Al momento a serio rischio di passaggio dalla fascia gialla alla arancione dove bar e ristoranti sono sempre chiusi sono solo Emilia Romagna e Marche, dove del resto già la provincia di Ancona è in semi-lockdown. Le due regioni si aggiungerebbero così a Liguria, Toscana, Abruzzo, Trentino, Alto Adige e Umbria, già arancioni. Contrariamente alle previsioni Lombardia (che resta in bilico), Piemonte e Friuli mantengono invece il loro Rt sotto quota uno e domani non dovrebbero subire declassamenti.
Salvo niet del ministro della Salute, Roberto Speranza, potranno invece alzare i calici gli abitanti della Valle d’Aosta e i piemontesi che hanno la seconda casa nella Vallèe. Nella regione si stavano facendo i conti e alla fine è venuto fuori che per la 3ª settimana consecutiva i contagi sono sotto la soglia di 50 ogni 100 mila abitanti, parametro che unito al profilo complessivo di rischio basso, del quale si è fregiata la Valle da 2 settimane, consente l’ingresso nella fascia bianca istituita dall’ultimo Dpcm. Che in questo caso prevede vengano sospesi divieti e chiusure. Quindi potranno riaprire cinema e teatri, palestre e piscine e quant’altro chiuso oramai da novembre. Forse persino gli impianti di risalita, che la regione sta pensando di riattivare, perché la contestata ordinanza last minute di Speranza che ne proroga lo stop fino al 5 marzo fa rifermento al divieto del Dpcm, che entrando in zona bianca verrebbe a decadere.
Perché tutto questo accada servirà un’ordinanza del ministro che ratifichi il passaggio di fascia decretato dal monitoraggio. Altrimenti è facile si vada a un nuovo braccio di ferro con la regione, che dal 4 dicembre al 17 gennaio ha vissuto in fascia rossa. Un mezzo miracolo figlio del modello Valle d’Aosta, dicono in regione: tanti tamponi e screening mirati nelle scuole.
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