Cacciari: “Fermando il virus Draghi frenerà la crisi, ma non riuscirà a fare le riforme”
ANDREA MALAGUTI
Bravo, ma non farà le riforme. Il giudizio di Massimo Cacciari sul primo giorno da preside della scuola Italia di Mario Draghi è benevolo, ma poco rassicurante. L’uomo non si discute, le sue possibilità di rivoltare il paese come un calzino sì. Per dirne una: «Come li metti d’accordo Forza Italia e Cinque Stelle sulla riforma della giustizia?». Non li metti d’accordo. «Appunto». Non è la paralisi (i soldi del Next Generation Eu sono nelle mani migliori possibili), ma neppure la Valle dell’Eden. Semplicemente un film diverso. Che al momento vince il premio della critica. Con una sola eccezione. Lui.
Professor Cacciari, le è piaciuto il discorso di Draghi?
«Certamente
è stato un discorso più puntuale di quelli che ci eravamo abituati a
sentire negli ultimi insediamenti. Ho apprezzato soprattutto la parte
sulla pandemia».
Il virus come moltiplicatore delle disuguaglianze?
«La
pandemia non è affatto neutrale, non colpisce tutti nello stesso modo. A
pagare di più, a parte chi crepa, sonno i giovani, le donne, i
lavoratori fragili. Non so se esistano dati anche da noi, ma negli Stati
Uniti le statistiche dicono che i meno abbienti, le persone disagiate,
sono colpite dal contagio quattro volte di più di chi sta bene».
Temo sia una statistica universale.
«Il
nostro sistema di protezione è squilibrato, lo dico da mesi. Non si può
affrontare la pandemia senza vedere che metà della popolazione è al
sicuro mentre l’altra metà passa dai disagi gravissimi alla
disperazione. Bisogna rimediare prima che salti il tappo e scoppi la
rivolta sociale. Quando i licenziati usciranno da sotto il tappeto che
sembra renderli invisibili avremo un problema. Non potremo ricorrere in
eterno alla cassa integrazione senza mettere in crisi l’Inps e su questo
tema non ho sentito dire un gran che».
Si aspettava l’emozione del gelido tecnocrate Mario Draghi?
«Ma
la sua storia intellettuale e culturale – a partire dalle scuole che ha
fatto e dai primi maestri che ha avuto (i gesuiti) – non è quella di un
uomo gelido. Anche in Europa ha dimostrato di essere attento ai disagi e
alle contraddizioni sociali».
Un tecnocrate con l’anima.
«Lasci perdere l’anima. La verità è che non esiste tecnica senza politica e chi pensa il contrario ha una visione arcaica».
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