Le domande più frequenti sul Green Pass dell’Unione Europea che sostituirà quello italiano

Marco Bresolin

DALL’INVIATO A BRUXELLES.Niente quarantena per chi ha completato il ciclo di vaccinazioni da almeno 14 giorni. E niente tamponi per i bambini al di sotto dei 6 anni. Dopo l’accordo sulle caratteristiche principali del Certificato Covid digitale Ue, la Commissione europea ha pubblicato ieri una serie di raccomandazioni per rendere uniforme tra i 27 Stati membri l’applicazione del regolamento, che entrerà in vigore ufficialmente il 1° luglio. Ma attenzione: si tratta pur sempre di raccomandazioni. Questo vuol dire che gli Stati, in caso di peggioramento della situazione sanitaria, potranno comunque introdurre ulteriori restrizioni.

A cosa serve il Certificato Covid digitale Ue?
Si tratta di un documento che verrà rilasciato da tutti gli Stati membri dell’Unione europea e che servirà per certificare l’avvenuta vaccinazione, la negatività al tampone oppure la guarigione per chi ha avuto il Covid.

Con questo documento si potrà viaggiare liberamente?
Il Certificato Ue non è un documento di viaggio, anche se l’obiettivo è proprio quello di rendere più facili gli spostamenti tra i Paesi dell’Unione.

Che differenza c’è con la Certificazione verde Covid-19 introdotta dal governo italiano?
La certificazione italiana è temporanea: il documento rilasciato dalle Regioni e le sue regole resteranno in vigore esclusivamente sul territorio nazionale e soltanto fino a quando saranno sostituiti dal Certificato Covid digitale, che verrà definito all’interno del quadro delle norme Ue.

Chi ha ricevuto una sola dose di vaccino potrà viaggiare senza restrizioni?
La Commissione raccomanda agli Stati di non imporre tamponi o quarantene ai soggetti che abbiano ricevuto da almeno 14 giorni la seconda dose (oppure la prima, nel caso del vaccino Johnson&Johnson). Ovviamente i Paesi sono liberi di applicare misure più blande: possono dunque ridurre il numero di giorni oppure decidere di consentire l’accesso senza restrizioni anche dopo la prima dose. Ma senza discriminazioni tra i propri cittadini e quelli di altri Paesi Ue: le regole devono essere uguali per tutti.

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