Ilva: l’impianto resta attivo, il futuro dell’acciaieria legato al verdetto del Consiglio di Stato sulla possibile chiusura

di Michelangelo Borrillo

Ilva: l'impianto resta attivo, il futuro dell'acciaieria legato al verdetto del Consiglio di Stato sulla possibile chiusura

Da un tribunale all’altro. È il destino di quella che si chiamava Ilva, e prima ancora Italsider, e che oggi è Acciaierie d’Italia. Nelle stanze romane del governo, tornate nella cabina di comando della più grande acciaieria del Paese dopo l’ingresso nel capitale di Invitalia, la sentenza più attesa non era quella di ieri ma la prossima. Quella del Consiglio di Stato (potrebbe arrivare nei prossimi giorni, forse già in questa settimana) che dovrà o meno ribadire la sentenza del Tar di Lecce del 13 febbraio scorso che — confermando una ordinanza del sindaco di Taranto del 27 febbraio 2020 — aveva disposto la fermata degli impianti dell’area a caldo, ritenuti inquinanti, entro 60 giorni. Se il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del Tar che ha ordinato lo spegnimento, «il progetto di investimento nel siderurgico che vede partecipe lo Stato, rischia di saltare», stando non solo a quanto prospettato dagli avvocati di Invitalia — l’Agenzia nazionale per lo sviluppo che fa capo al ministero dell’Economia — nell’udienza al Consiglio di Stato ma anche a quanto detto dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti nel question time alla Camera del 3 marzo scorso. la storia

I tempi

Una bomba a orologeria, con countdown molto più ravvicinato rispetto alla Cassazione del processo «Ambiente svenduto», l’ultimo grado di giudizio dopo il quale la confisca degli impianti dell’area a caldo decisa ieri avrebbe, eventualmente, effetto sulla produzione e sull’attività del siderurgico. E ieri lo ha detto, tra le righe, lo stesso Giorgetti: «Rispettiamo la sentenza — ha sottolineato il ministro riferendosi alla decisione della Corte d’Assise di Taranto — ma manca la pronuncia del Consiglio di Stato per avere il polso della situazione. A quel punto sarà possibile capire in che quadro giuridico lo Stato, in qualità di azionista, potrà operare. Servono certezze». Senza la sentenza del Consiglio di Stato, infatti, tutto resta congelato: non si può approvare il bilancio, perché non si potrebbe garantire la continuità aziendale. E senza l’ok al bilancio dell’attuale cda, l’assemblea non potrà provvedere alla sua approvazione e alla successiva nomina del nuovo consiglio di amministrazione che avrà come presidente, per ora soltanto designato, Franco Bernabè. acciaio

Continuità aziendale

Lo spegnimento dell’area a caldo e la fermata degli altiforni (vista la loro particolare tipologia) equivarrebbe, in sostanza, alla chiusura dell’Ilva attuale. E quindi la continuità aziendale non potrebbe essere garantita. Si dovrebbe attuare una vera riconversione. La «decarbonizzazione» che auspica da tempo il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, secondo cui «gli impianti a ciclo integrato che hanno determinato la morte di innumerevoli persone tra cui tanti bambini, vanno chiusi per sempre».

Ilva di Taranto, la lettura della sentenza: 22 e 20 anni per Fabio e Nicola Riva

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.