Archive for the ‘La Giustizia’ Category
“Sulla trattativa eclatanti dimenticanze di Stato”. Sotto accusa Violante, Martelli, Conso, Ferraro e Contri
venerdì, Luglio 20th, 2018di SALVO PALAZZOLO
Trattativa Stato-mafia, condannati Mori, De Donno, Dell’Utri e Bagarella. Assolto Mancino
sabato, Aprile 21st, 2018di SALVO PALAZZOLO
Condannati gli uomini delle istituzioni e i mafiosi per la trattativa Stato-mafia. Dodici anni per gli ex generali Mario Mori e Antonio Subranni, dodici anni per l’ex senatore Marcello Dell’Utri, 8 anni per l’ex colonnello Giuseppe De Donno. Ventotto anni per il boss Leoluca Bagarella. Assolto l’ex ministro Nicola Mancino, perché il fatto non sussiste. Massimo Ciancimino, il supertestimone del processo, è stato condannato a 8 anni per calunnia nei confronti dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, è stato invece assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. E’ scattata la prescrizione per il pentito Giovanni Brusca.
Dopo 5 anni e 6 mesi di processo, 5 giorni di camera di consiglio, ecco il verdetto della Corte d’assise di Palermo presieduta da Alfredo Montalto (giudice a latere Stefania Brambille) nel processo chiamato a indagare sulla terribile stagione del 1992-1993, insanguinata dalle stragi Falcone e Borsellino e poi dagli attentati di Roma, Milano e Firenze. All’ex ministro Mancino era stata contestata la falsa testimonianza; agli altri uomini delle istituzioni, il reato di concorso in minaccia a un corpo politico dello Stato, minaccia lanciata dai mafiosi con le bombe. La condanna attribuisce la responsabilità agli ufficiali del Ros per il periodo 1992-1993; a Dell’Utri, per il “periodo del governo Berlusconi”. Ovvero, il 1994. I giudici hanno anche stabilito un maxi risarcimento dei danni nei confronti della presidenza del consiglio dei ministri: 10 milioni di euro.
L’ex ministro Nicola Mancino
Boccassini: “Riina resti in cella. Non è vendetta, solo giustizia”
giovedì, Giugno 8th, 2017di PIERO COLAPRICO
MILANO. Anche Ilda Boccassini si schiera contro la possibilità che il capo dei capi di Cosa Nostra, responsabile di stragi e di centinaia di omicidi tra cosche, possa tornare a casa per ragioni umanitarie. Magistrato impegnato da decenni nell’antimafia che porta in carcere, e con condanne definitive, i criminali di peso, Boccassini affida a Repubblica il suo pensiero: “Il provvedimento dei giudici di sorveglianza di Bologna è stato un atto di giustizia e non di vendetta nei confronti del pluriergastolano Salvatore Riina. Ho percepito, al contrario, come inappropriate e per nulla condivisibili le dichiarazioni del presidente dell’Associazione magistrati. Mi auguro che, in questo caso, le sue parole non rappresentino il pensiero della maggioranza dei colleghi. Soprattutto – mi pare doveroso sottolinearlo – di quanti, in silenzio e rifuggendo la luce dei riflettori, ogni giorno si adoperano nel contrasto al crimine organizzato, e in generale per garantire ai cittadini una giustizia giusta”.
Forza morale e metodo, così Falcone piegò i boss
domenica, Maggio 21st, 2017Il 23 maggio del 1992 una spaventosa esplosione sventra l’autostrada A29 nei pressi dello svincolo di Capaci, a pochi chilometri da Palermo, mentre passa il corteo di auto con a bordo Giovanni Falcone. È un attentato mafioso. Una Fiat Croma viene investita dallo scoppio e sbalzata dal manto stradale in un giardino di olivi a più di cento metri di distanza. Muoiono sul colpo gli agenti Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Una seconda vettura, guidata da Falcone, si schianta contro il muro di cemento e detriti innalzatisi per via dello scoppio. Giovanni Falcone e sua moglie, Francesca Morvillo, anch’essa eccellente magistrato, perdono la vita.
Come definire altrimenti la follia che ha privato la comunità nazionale di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con due micidiali attentati nei quali persero la vita la moglie di Falcone, Francesca Morvillo, anch’essa eccellente magistrato, e otto valorosi agenti delle rispettive scorte? Il tempo, è vero, passa inesorabile, ma non sempre riesce a rimarginare le ferite più dolorose. La morte dei due magistrati siciliani è una di quelle che continuano a sanguinare e che difficilmente potrà guarire. Troppo grande il «danno» inferto al Paese, enorme e presente l’eredità trasmessa da questi due Grandi Italiani. Eredità di valori morali, ma anche lascito di insostituibili strumenti di lotta ad ogni tipo di malaffare e di consorterie mafiose. (altro…)
Genova, tragedia torre piloti, le prime condanne: pene dimezzate rispetto alle richieste
mercoledì, Maggio 17th, 2017di GIUSEPPE FILETTO
Uno sconto di quasi la metà della pena, rispetto a quanto aveva chiesto il pubblico ministero. E però per la tragedia della Torre Piloti di Genova il comandante Roberto Paoloni è stato condannato a 10 anni e 4 mesi, il primo ufficiale Lorenzo Repetto a 8 anni e 6 mesi, il direttore di macchina Franco Giammoro a 7 anni. Per tutti e tre il giudice Silvia Carpanini dispone l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena. Condanna anche per il pilota del porto Antonio Anfossi a 4 anni e 2 mesi con attenuanti generiche, mentre la compagnia Messina è stata ritenuta responsabile solo dell’illecito amministrativo e condannata a pagare un milione e 50.000 euro di sanzione. Tutti i condannati (Paoloni, Anfossi, Repetto e Giammoro) dovranno risarcire in solido i parenti delle 9 vittime per un importo di circa 6 milioni di euro.
Sono le condanne del verdetto di primo grado per la tragedia della Jolly Nero, la nave della compagnia Messina che la sera del 7 maggio 2013 durante la manovra di uscita dal porto di Genova urtò e fece crollare la torre piloti causando 9 morti e 4 feriti. Assolti invece Giampaolo Olmetti e Cristina Vaccari referenti della Messina. In aula si è scatenata la rabbia dei parenti delle vittime, perchè le richieste erano state molto più pesanti. “Assassini, assassini _ hanno gridato _ avvete ucciso nove persone, non finisce qui’ . Adele Chiello, madre di Giuseppe Tusa, uno dei militari della capitaneria morti nel crollo della Torre si è sfogata: “Ho creduto nella magistratura, ma sono delusa. Il pm ha lavorato bene, ma non ci siamo. Bisogna far uscire la melma dal porto di Genova”. (altro…)
La Cassazione conferma la condanna a Schettino: 16 anni
sabato, Maggio 13th, 2017La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia, a 16 anni di carcere. Schettino ha atteso il verdetto davanti al carcere di Rebibbia, pronto a costituirsi: «Busso in carcere per costituirmi perché credo nella giustizia».
Senese ha poi annunciato l’intenzione di fare ricorso alla Corte europea: «Aspettiamo le motivazioni della Cassazione ma ritengo che nel processo a Schettino ci siano state una serie di violazioni dei diritti di difesa e faremo ricorso a Strasburgo». (altro…)
Da Napoli a Roma, cade la prova regina: “Adesso l’indagine riparte da zero”
martedì, Aprile 11th, 2017E ora, zitti e pedalare. Su Consip, per stare alle parole di uno dei magistrati di Roma, «si riparte da zero». L’umore alla procura retta da Giuseppe Pignatone non potrebbe essere peggiore. Non fa mai piacere prendere in mano un’indagine impostata da altri, ovvero la procura di Napoli, e come primo atto defenestrare i carabinieri che l’avevano portata avanti fino a quel momento (accadeva il 4 marzo, quando i pm romani ritiravano la delega ai carabinieri del Nucleo Ecologico per eccessi nelle fughe di notizie e l’affidavano al Nucleo Investigativo dei carabinieri di Roma). Ancora meno è scoprire che quell’indagine è stata viziata da errori e da un macroscopico falso (scoperta del 6 aprile).
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Inchiesta azzoppata, non c’è che dire. Di sicuro agli atti non c’è più la cosiddetta «prova regina», perché manca quella intercettazione che faceva da architrave all’intera costruzione. Già, ovviamente cambia tutto se non è l’imprenditore Alfredo Romeo, ma banalmente il suo lobbista Italo Bocchino, a dire «Renzi, l’ultima volta che l’ho incontrato…». La frase dell’imprenditore doveva servire da sigillo. Doveva essere la prova inoppugnabile che Tiziano Renzi avesse parlato vis-a-vis con Alfredo Romeo. I due, indagati, potevano pure mentire, negare, omettere. Tanto, c’era l’intercettazione a incastrarli. Il tutto condito da particolari gustosi come quella testimonianza, sia pure indiretta, di chi citava un incontro clandestino «in una bettola a Roma». (altro…)
Sarah Scazzi, confermato l’ergastolo per Sabrina e Cosima. Arrestato anche Michele Misseri
mercoledì, Febbraio 22nd, 2017Sono state Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano a uccidere Sarah Scazzi nell’agosto del 2010 ad Avetrana. A sancirlo sono stati i giudici della prima sezione penale della Cassazione che hanno confermato tutte le pene decise in appello. Ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, otto anni di reclusione per Michele Misseri, ritenuto colpevole di soppressione di cadavere. Pena ridotta a 4 anni e 11 mesi per Carmine Misseri, accusato di aver aiutato il fratello Michele. Confermate, infine, le pene per Vito Russo junior e Giuseppe Nigro, entrambi condannati a un anno e quattro mesi per favoreggiamento personale.