Scuola, cosa cambia alle superiori: ingresso posticipato alle 9, turni pomeridiani e più didattica a distanza
lunedì, Ottobre 19th, 2020«La scuola continuerà in presenza, asset fondamentale»: il presidente del Consiglio fa tirare un sospiro di sollievo a milioni di studenti, genitori e professori annunciando, nella conferenza stampa per presentare il nuovo Dpcm, che la scuola non chiuderà. Dopo la scelta del governatore Vincenzo De Luca e lo scontro a distanza con la ministra Lucia Azzolina, si temeva che la decisione di richiudere le classi potesse passare dalla Campania a tutto il territorio nazionale. E invece così non sarà. Alla fine, per alleggerire il peso sul trasporto pubblico, il compromesso trovato e introdotto nel Dpcm è stato quello di modulare ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni alle superiori, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e di disporre comunque l’inizio delle lezioni non prima delle 9. Ma le nuove misure non entreranno in vigore «da domani, ma fra qualche giorno, per garantire una migliore organizzazione»: lo ha chiarito la stessa ministra su Facebook, precisando che «nelle prossime ore il ministero dell’Istruzione darà indicazioni più specifiche alle scuole e alle famiglie»
La didattica a distanza
Sulla didattica a distanza invece è stato previsto che le scuole superiori possano incrementarla – ma rimane complementare a quella in presenza – solo in caso di criticità delle situazioni sanitarie locali e comunque comunicandolo al ministero dell’Istruzione. Stamane l’incontro convocato dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, era partito in salita. «Il ministro dei Trasporti dice che non si può incrementare ulteriormente l’offerta del trasporto pubblico. E contemporaneamente il ministro dell’Istruzione dice che per rimodulare gli orari e scaglionare l’ingresso e l’uscita degli studenti della scuola superiore, alleggerendo così la pressione sul trasporto pubblico, dovremmo fare incontri con qualche migliaio di dirigenti scolastici. A questo punto, mentre il virus avanza, tra due settimane staremo ancora parlando di cosa fare», era sbottato il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. Sulla stessa posizione le Regioni.