Archive for the ‘Lombardia’ Category

Milano, arrestato il rapinatore di viale Brianza: clochard, 23 anni, precedenti per furto. Il pugno in faccia a una ragazza

martedì, Marzo 7th, 2023

di Pierpaolo Lio

Identificato nella notte l’aggressore: irregolare, originario del Marocco, è in carcere a San Vittore. Ha aggredito una donna anche mentre si dava alla fuga

Il ragazzo che lunedì pomeriggio intorno alle 18 ha terrorizzato le vie alle spalle della stazione Centrale, e che al momento è nel carcere di San Vittore, è ancora in gran parte un mistero. Per ora si sa che è un cittadino marocchino di 23 anni, irregolare, con un precedente del mese scorso per furto con strappo. Al polso pare avesse un braccialetto ospedaliero. 

Cinque aggressioni

Quando lo fermano è agitato, forse per l’alcol, forse per l’assunzione di droghe. Nelle tasche, oltre al coltellino multiuso che ha dimostrato di non avere timore a usare, gli agenti gli trovano tre cellulari, qualche contante, una tessera dei mezzi pubblici e un piccolo portafogli. È tutto quello che ha raccattato in poco più di una decina di minuti, e in poche centinaia di metri. Ha provato a rapinare cinque volte: le sue vittime sono state sempre donne. Ma ha lasciato dietro di sé anche sei feriti. 

Identikit

Giovane, riccio, i denti rotti, un filo di barba, berretto, una felpa in pile grigio, t-shirt azzurra e pantaloni della tuta nera. È con questa descrizione che i poliziotti motociclisti delle Nibbio riescono a intercettarlo in via Venini. Sta scappando da quel pezzo di marciapiedi, all’incrocio tra viale Brianza e via Macchi, che ha macchiato di sangue: della sua vittima e di chiunque abbia provato a mettersi in mezzo. Ma pure nella corsa per allontanarsi dalle luci blu dei mezzi di soccorso che si lascia alle spalle non si frena. Incrocia un’altra donna, prova a rapinare anche lei prima di essere bloccato e arrestato. 

Pugni e lame

Per ricostruire il suo pomeriggio a caccia di prede bisogna riannodare il filo. Gli investigatori della squadra mobile, guidati dal dirigente Marco Calì e coordinati dal pm Maura Ripamonti, dovranno ripercorrere a ritroso il suo girovagare tra le vie che costeggiano il fascio di binari di quella stazione che alla sera si fa ricettacolo di sbandati. Perché la sua furia è iniziata prima dell’allarme lanciato quando viale Brianza si sporca di sangue. La sequenza parte infatti poco prima delle 17.40. Sottopasso Mortirolo. È all’interno del tunnel che punta la sua prima vittima: è una 38enne italiana a cui sottrae il cellulare. Pochi istanti e poche decine di metri dopo e il rapinatore mette a segno il suo secondo colpo: questa volta è in via Gluck che aggredisce una 58enne di El Salvador. E sfodera per la prima volta il coltello. Ferisce lievemente la donna alla mano, che sarà soccorsa e medicata in codice verde al Fatebenefratelli. Le sottrae il cellulare e una tessera dei mezzi pubblici. Ma non si accontenta. Torna indietro, di nuovo in direzione della Centrale, e in via Sammartini assale una 34enne spagnola. La colpisce con un pugno in faccia: la donna sarà trasportata in codice giallo all’ospedale San Paolo per un trauma al volto. Anche questo bottino — come quelli precedenti e quello che seguirà — è sempre poca cosa: l’ennesimo cellulare, oltre a una banconota da 20 euro. 

Coltellate al collo

È però in viale Brianza che si scatena la sua violenza. Nota un’italiana di 23 anni. Forse pensa che anche lei sia da sola. Non vede probabilmente il fidanzato, quel ragazzo poco distante, un italiano di un anno più grande. Si scaglia su di lei e sulla sua borsetta. Si intascherà il suo portafogli con carte di credito. È determinato a tutto. E pur di ottenerla non si fa problemi a menar fendenti. Ferisce la giovane al collo (sarà trasportata al pronto soccorso del Policlinico in codice giallo). E raggiunge con una coltellata al fianco, all’altezza del torace, anche il fidanzato che prova a proteggerla (anche lui andrà al Policlinico). 

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Il bagno, il corpo senza vita e la sciarpa al collo. Orrore allo Iulm di Milano

mercoledì, Febbraio 1st, 2023

Ignazio Riccio

La macabra scoperta è stata effettuata stamattina, poco prima delle ore 6.45, all’apertura dell’università Iulm di Milano, nell’edificio 5, da parte di una donna delle pulizie. Una ragazza di 25 anni è stata trovata morta in un bagno vicino alle aule studio. Da una prima ipotesi sembra che si tratti di un suicidio. Il cadavere della donna è stato trovato con una sciarpa attorno al collo con l’altro capo appeso a una porta, in una sorta di impiccagione. Al momento però non si hanno particolari sulla scena del crimine e quindi non è chiaro se la dinamica sia quella di un gesto suicidario o di uno strangolamento. Per adesso non si hanno ulteriori notizie ma, seppure sul corpo della giovane donna non ci sarebbero segni evidenti di violenza, non si può ancora escludere che sia stata uccisa. La ragazza era vestita e non presentava sul volto, gambe e braccia ematomi evidenti. Sul posto, in via Carlo Bo, sede dell’istituto universitario, si sono recati i sanitari del 118, per la constatazione del decesso, e i carabinieri per avviare le indagini.

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Ciclabili a Milano, 70 chilometri di piste e velostazioni: come cambia la città delle bici (express)

giovedì, Settembre 22nd, 2022

di Andrea Senesi

Piano biennale da 25 percorsi e 70 chilometri. Censi: «Reale alternativa all’auto»

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(Ansa)

Venticinque percorsi e settanta nuovi chilometri di tracciato. Piste ciclabili o, più spesso, semplici corsie disegnate sull’asfalto. Bike lane. In commissione consiliare s’è fatto il punto sulla programmazione per i prossimi due anni. Nel 2023 sono stati ipotizzati lavori per il completamento di undici percorsi ciclabili , compresi quelli realizzati solo in segnaletica orizzontale e verticale e quelli più complessi in sede protetta. Tra i più lunghi ci saranno quello tra piazza Stuparich e piazzale Maciachini, che seguirà il percorso della circonvallazione, e quello tra piazzale Siena, in zona Bande Nere, fino a piazza Miani. Sarà invece realizzato con un intervento «strutturale» quello tra via Rombon e viale Palmanova, a Crescenzago, che incrocerà l’itinerario ciclabile programmato in via Feltre. Entrambi i percorsi passeranno davanti alle scuole del quartiere.

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Milano, gli itinerari per i ciclisti

È prevista anche la continuazione dell’itinerario che da via Novara, attraverso via Rembrandt, piazza Wagner e via Pagano, arriverà fino alla stazione Cadorna. Nel 2024 si ipotizza invece la realizzazione di quattordici itinerari, tra cui la continuazione di quello ciclabile di via Primaticcio, da largo Brasilia a largo Giambellino, e quello lungo la circonvallazione esterna, tra via Bellezza e piazza Argentina. Alcune ipotesi sono ancora in fase di studio, altre in fase più avanzata come quella che legherà il nuovo quartiere di Santa Giulia a piazzale Ovidio e il completamento dell’asse da via Primaticcio, da largo Brasilia a largo Giambellino, tutta in sede protetta, che si collegherà alla pista ciclabile attualmente in realizzazione in piazza Napoli. L’orizzonte è lungo e non è detto che qualche intervento possa essere anticipato oppure sostituito da altri. Anche perché tutti i tracciati in agenda dovranno comunque ricevere il via libera dai Municipi di competenza.

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Massimo Galli, i tamponi bugiardi e la «batosta» di Omicron: «Curato in ospedale con anticorpi monoclonali»

sabato, Gennaio 8th, 2022

di Stefania Chiale

Massimo Galli, ex primario dell’ospedale Sacco di Milano: «Al primo test rapido ero risultato negativo al Covid. Le tre dosi di vaccino hanno evitato il ricovero. Mi sono stati consigliati i monoclonali per i miei fattori di rischio»

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Massimo Galli, 70 anni

«Vaccinarsi, vaccinare i bambini e avere il massimo della cautela»: sono queste le tre raccomandazioni che ripete il professor Massimo Galli, 70 anni, ex primario di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano oggi in pensione, contagiato dalla variante Omicron nonostante una vita «claustrale», e c’è da credergli se confrontata con gli ultimi due anni passati in prima linea nella lotta al Covid. Ma non si legga l’ultima raccomandazione come una contraddizione: «La mia storia insegna che la prudenza non è mai troppa».

Come sta professore?
«Sto discretamente meglio rispetto ai giorni scorsi. Sono molto stanco, mi sento tutto rotto. Credo di essermi contagiato attorto al 31 dicembre nonostante abbia fatto in quei giorni una vita claustrale: ho visto poche persone, tutte trivaccinate e spesso tamponate. Non sono andato in ospedale, non ho visto pazienti».

Quali sintomi ha avuto?
«Il 3 sera ho iniziato ad avere un forte raffreddore e molto mal di gola, la notte tra il 3 e il 4 ho avuto febbre alta con brividi scuotenti, la mattina del 4 avevo 38 di febbre, disturbi intestinali, ero a pezzi, per fortuna però con una saturazione d’ossigeno sempre rassicurante. Una bella batosta. Tenga presente che il 2 ero risultato negativo al tampone rapido e il 4 invece positivo, sempre al rapido. Poi mi hanno rifatto il test, anche molecolare, in ospedale e nel frattempo il laboratorio di ricerca che ho diretto fino a un mese fa ha stabilito che si trattava di variante Omicron».

Lei è stato contagiato dopo aver fatto la terza dose. Questo le ha evitato la malattia grave?
«Ci tengo a dirlo, perché qualcuno ha avuto il cattivo gusto di tirare fuori la questione prima che la comunicassi io (come volevo fare) e inventando che sarebbero state le cure domiciliari e non le tre dosi a farmi stare meglio. Se non avessi avuto le tre dosi sarei stato un candidato perfetto per un’evoluzione negativa della malattia e per il ricovero. Ho fatto la cura con gli anticorpi monoclonali in ospedale perché mi è stato consigliato visti i miei fattori di rischio (una brutta embolia polmonare nel 2019, una storia di asma importante, una glicemia sfarfallante)».

Gli ospedali sono di nuovo in affanno: i ricoveri sono raddoppiati nel giro di un mese. Chi finisce oggi in ospedale?
«Soprattutto i non vaccinati, persone sprovvedute che attualmente ci stanno riempiendo i reparti».

Cosa sappiamo finora su Omicron?
«Allo stato attuale che ha una diffusione molto rapida. Alcune evidenze dicono che più una variante presenta mutazioni rispetto all’originale più è possibile che abbia una virulenza inferiore, ma non è stato così né per Alfa né per Delta (che invece si sono rivelate peggiori della variante originaria). Sarebbe auspicabile, ma “la troppa confidenza toglie la riverenza” diceva mia mamma: occorre un atteggiamento prudente».

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Irene Pivetti, l’indagine per riciclaggio e le tre Ferrari: sequestro da 4 milioni di euro

venerdì, Novembre 19th, 2021

Lo ha eseguito giovedì mattina la Guardia di Finanza a Milano: «L’ex presidente della Camera poteva moltiplicare gli affari illeciti». Tra gli indagati anche il pilota Leonardo «Leo» Isolani, la moglie, la figlia, un notaio e due imprenditori. L’indagine ipotizza il ruolo di intermediazione del gruppo Only Italia

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Sequestrati 4 milioni di euro a Irene Pivetti e a un suo consulente, Pier Domenico Peirone. Il blitz, giovedì mattina, della Guardia di Finanza a Milano. L’ex presidente della Camera è tra gli indagati per riciclaggio e frode fiscale in un’indagine del pm Giovanni Tarzia su una serie di operazioni commerciali, in particolare la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo, che sarebbero servite per «ripulire» i proventi di un’evasione fiscale. Sono contestati due reati tributari: il riciclaggio e l’autoriciclaggio. Pivetti, scrive il pm nel decreto di sequestro, avrebbe avuto ancora la «concreta possibilità di spostare il denaro sui conti correnti accesi all’estero ed intestati alle società del cosiddetto Gruppo Only Italia, ovvero su conti di altri prestanome o di cosiddette tesorerie fiduciarie» per «moltiplicare» gli affari «illeciti» che «tale opaco reticolato di società è in grado di realizzare». Queste operazioni sporche, scrive ancora il pm Tarzia, hanno già «permesso» all’ex presidente della Camera di «ottenere, in modo occulto, una significativa somma di denaro, successivamente spostata su differenti conti ed infine reimpiegata nella propria attività economica» (in questo articolo la galassia di società di Irene Pivetti).

Il pilota Leo Isolani e le vendite simulate

Le stesse accuse rivolte a Irene Pivetti sono contestate, tra gli altri, anche all’ex pilota di rally e gran turismo Leonardo «Leo» Isolani, alla moglie di Isolani, Emanuela Mascoli, e alla figlia Giorgia Giovannelli . La somma sequestrata coincide con il profitto dei reati ipotizzati. L’indagine ipotizza il ruolo di intermediazione del gruppo Only Italia, presieduto da Pivetti, in operazioni delle società di Isolani per nascondere al fisco alcuni beni, tra cui le Ferrari. I fatti risalirebbero al 2016. Isolani, che ha un suo «team racing», avrebbe venduto tutti i beni (attrezzature, marchio e sito web) di una sua società indebitata con l’erario per diversi milioni di euro al fine di svuotarla. Quei beni sarebbero poi finiti a un’altra sua società con base a San Marino, la quale avrebbe rivenduto gli stessi beni, e in più le tre Ferrari, a una società di Hong Kong riferibile a Pivetti. Una lavatrice contabile? Cessioni fantasma? Quest’ultima società avrebbe poi voluto cedere nuovamente gli asset al Gruppo Daohe del magnate Zhou Xi Jian, ma le auto non sarebbero tuttavia mai arrivate «nella disponibilità del gruppo cinese»: sarebbero state trasferite in Spagna, dove Isolani «tentò di venderle». Le «compravendite» dell’aprile 2016 appaiono dunque come «simulate» e «il reale soggetto che ha simulato l’acquisto della scuderia Isolani», si legge nel decreto di sequestro, «è Irene Pivetti».

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Milano bloccata dal corteo con 15mila no green pass. Scontri con la polizia, una ragazza ferita

domenica, Ottobre 17th, 2021

di Cesare Giuzzi e Pierpaolo Lio

Sono più di 15 mila. Il numero più alto dall’inizio della protesta contro il green pass. Vogliono bloccare Milano e ancora una volta ci riescono con gli anarchici arrivati anche dal Varesotto che prendono rapidamente la testa del corteo. Cercano di sfondare la linea delle forze dell’ordine a protezione degli obiettivi sensibili. In due occasioni ci sono tafferugli con polizia e carabinieri costretti anche a una carica di alleggerimento per evitare che i manifestanti arrivino davanti alla Prefettura e alla Camera del lavoro. Una ragazza resta ferita da una manganellata alla testa, due anarchici vengono arrestati e nove denunciati (uno aveva già ricevuto un Daspo in uno dei precedenti appuntamenti, cosa che gli avrebbe dovuto impedire di scendere in piazza).

Ma il 13esimo sabato consecutivo di protesta è l’ennesima giornata con il centro blindato, il traffico paralizzato e negozi che abbassano le saracinesche al passaggio del corteo. Finora gli arresti, le inchieste del pool antiterrorismo del magistrato Alberto Nobili, quasi 200 denunce della Digos e decine di Daspo del questore Giuseppe Petronzi, non sono bastati a far scendere la tensione né la partecipazione. Anzi, le violenze sono aumentate negli ultimi cortei, con gli anarchici che cercano sempre di più lo scontro con le forze dell’ordine. C’era stata anche una parentesi che aveva visto l’estrema destra, ex Forza nuova soprattutto, alla guida dei cortei ma è durata lo spazio di un paio di manifestazioni. Ora è la matrice anarchica ad unirsi al gruppo già molto facinoroso dei no pass.

Sabato i punti più critici sono stati in via della Moscova e in via Borgogna, entrambe strade dove il corteo è arrivato senza alcuna autorizzazione e pericolosamente vicino a una sfilza di obiettivi sensibili: Comando dei carabinieri, sede del Corriere, Prefettura, Palazzo di Giustizia e Camera del lavoro. Non a caso è stato proprio in questi punti che i manifestanti di area anarchica hanno cercato di sfondare trovando la risposta di polizia e carabinieri. In via Moscova un tafferuglio con gli agenti schierati, qualche manganellata e una telecamera distrutta. In via Borgogna i poliziotti devono caricare due volte per allontanare la testa del corteo. Una militante rimane lievemente ferita alla testa, altri due anarchici, vecchie conoscenze della Digos, sono arrestati e portati in Questura.

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Nubifragio a Malpensa, 10 persone salvate: erano rimaste intrappolate nelle auto a causa degli allagamenti

venerdì, Settembre 17th, 2021
Nubifragio a Malpensa, allagamenti e auto intrappolate

Dieci persone sono state tratte in salvo dai vigili del fuoco, dopo essere rimaste intrappolate nelle loro auto, nel perimetro esterno dell’aeroporto internazionale di Milano Malpensa (Varese), a causa di allagamenti causati da un violento nubifragio. Sono inoltre intervenuti gli specialisti del soccorso fluviale, impiegati anche nella zona Cargo dello scalo, dove circa venti persone sono state evacuate con gommoni da Rafting. 

L’aeroporto è stato chiuso, a causa della perturbazione ha investito il Nord della Lombardia, dalle 19 alle 21:15. Ed è stato riaperto solo dopo la ripulitura delle piste. Molte le squadre dei vigili del fuoco impegnate sul posto, per estrarre automobilisti e viaggiatori appena sbarcati, rimasti intrappolati a bordo delle loro vetture, nelle strade e nei sottopassi del perimetro esterno dell’aeroporto e appena fuori.

Quattro squadre hanno lavorato per soccorrere le persone e i lavoratori, tra cui alcuni rimasti bloccati dall’acqua nell’area Cargo e portati fuori con un gommone da rafting. Diversi i video postati sul web da parte di passeggeri appena sbarcati o da dipendenti dello scalo internazionale, che hanno immortalato uno scalo sommerso dall’acqua, scale interne con la pioggia che per diversi minuti è scesa all’interno ininterrottamente e locali tecnici, tra cui quello dei carrelli per i bagagli o altre strumentazioni di supporto all’imbarco e allo sbarco, anch’essi sommersi dall’acqua.

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La variante Delta sale in Lombardia e spunta la sottovariante Kappa. Vaccini, evitati 2.100 morti tra over 60

giovedì, Giugno 24th, 2021

di Stefania Chiale

La decisione della Regione Lombardia di sequenziare tutti i tamponi positivi dà i primi risultati. A giugno la variante prevalente si conferma quella inglese, la cosiddetta “Alpha”, con il 64% dei casi. Ma è sulle altre, in particolare su quella indiana, che si vede come la percentuale di presenza in Lombardia sia cresciuta: «I dati sulle “indiane” — “Delta” e “Kappa”— ci dicono che sono diffuse, rispettivamente, con una percentuale del 3,25% e dello 0,8. La variante sudafricana (“Beta”) è al 2% e la brasiliana (“Gamma”) all’1%». A comunicarlo è stata la vicepresidente e assessora al Welfare Letizia Moratti nel corso di una conferenza stampa sulla campagna vaccinale.

Dal confronto con i dati di metà giugno, si osserva che, se l’inglese è scesa leggermente dal 68% al 64%, l’indiana è passata da una presenza dell’1,2% a maggio, all’1,1% a metà giugno e oggi al è 3,2%. A cui si aggiunge la «sottovariante» indiana Kappa, allo 0,8%. E ancora: a metà giugno la sudafricana si era riscontrata nello 0,3% delle genotipizzazioni, passando oggi al 2%. «Abbiamo deciso in questo periodo in cui abbiamo pochi positivi — ha detto Moratti — di sequenziare tutti i tamponi positivi per tenere sotto controllo le varianti. Il quadro presenta numeri più alti rispetto a settimana scorsa perché li abbiamo sequenziati tutti e questo innalza i numeri rispetto alle varianti».

Non è l’unica novità: stamattina a Palazzo Pirelli è stata presentata la piattaforma lombarda di monitoraggio costante che analizza l’andamento del piano vaccinale anti-Covid e valuta l’impatto e l’efficacia della campagna in termini di casi positivi, ricoveri e decessi. «È un prototipo per il monitoraggio delle performance regionali — ha spiegato Moratti — che abbiamo presentato all’Istat, all’Iss, al ministero della Salute e all’Agenas. Quest’ultimo ha dato parere positivo e si è reso disponibile ad essere ente attuatore per estendere il progetto a tutte le regioni italiane». Dalla piattaforma emerge un dato su tutti: quello dell’impatto della campagna vaccinale su decessi, ospedali e tamponi positivi. «La campagna vaccinale in Lombardia ha evitato oltre 2.100 decessi tra gli over 60: ben 1.701 soltanto tra gli ultraottantenni», ha illustrato il professor Giovanni Corrao, ordinario di Statistica medica dell’Università Bicocca di Milano, che ha presentato lo studio «Monitoraggio e valutazione del piano vaccinale anti-covid-19». Analizzando la fascia over 60 «la nostra piattaforma ha evidenziato che, con i vaccini, sono stati evitati più di 300 ingressi in terapia intensiva, quasi 5.000 ricoveri e oltre 10.000 infezioni da Covid».

La piattaforma illustra poi come in Lombardia siano stati ad oggi vaccinati «quasi tutti gli ospiti delle Rsa, le persone con elevata vulnerabilità, gli estremamente fragili e i medici di base», mentre «l’altissimo numero di somministrazioni quotidiane raggiunto ci consente di contare, rispetto al resto d’Italia, il numero più basso di persone ancora in attesa di vaccinazione». Infine, ha sottolineato Corrao, «con questa piattaforma sarà possibile valutare anche l’andamento e l’impatto della vaccinazione eterologa. Il nostro obiettivo è migliorare la qualità del servizio, correggere gli errori e risolvere eventuali criticità. Per questo sarebbe interessante estendere il modello anche ad altre regioni».

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Morta Carla Fracci, Milano piange «la stella delle stelle». La camera ardente domani nel foyer della «sua» Scala

giovedì, Maggio 27th, 2021

di Fabrizio Guglielmini

Morta Carla Fracci, Milano piange «la stella delle stelle». La camera ardente domani nel foyer della «sua» Scala

Sarà allestita domani proprio nella «sua» Scala la camera ardente di Carla Fracci, nel foyer del teatro a cui è rimasta legata per tutta la sua carriera. Si potrà dare l’ultimo saluto alla grande ballerina dalle 10.30 alle 18. Non è passata nemmeno un’ora dalla scomparsa dell’étoile Carla Fracci, e dalla Scala, , quando arriva il messaggio di cordoglio del sovrintendente Dominique Meyer: «Il teatro, Milano, la danza perdono una figura storica, leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo nella nostra identità e ha dato un contributo fondamentale al prestigio della cultura italiana nel mondo. «Nei mesi scorsi – aggiunge Meyer – ho avuto il piacere di accoglierla diverse volte alla Scala dove veniva spesso e a gennaio siamo stati felicissimi di riaverla a trasmettere la sua esperienza alle giovani interpreti dell’ultima Giselle, che è stata per tutti un momento indimenticabile. La penseremo sempre con affetto e gratitudine, ricordando gli ultimi giorni passati insieme, in cui si sentiva tornata a casa».

Si unisce al ricordo il direttore del corpo di ballo scaligero Manuel Legris: «Ci lascia stupiti, in punta di piedi come Giselle, spirito che resta con noi come la sua energia mai sopita. Siamo privilegiati per aver condiviso la sua arte che è vita, leggendario modello e fonte di ispirazione di tutte le generazioni di ballerine». Il suo biografo, Enrico Rotelli, la ricorda senza parole ma con un’affettuosa immagine pubblicata su Facebook pochi minuti fa. Con Rotelli, la Fracci ripercorse la sua lunga carriera di stella mondiale della danza in «Passo dopo Passo» (la biografia uscita nel 2013) a cominciare dagli studi nel dopoguerra alla scuola di ballo scaligeria.

Immediate le reazioni dal mondo politico milanese e lombardo, a partire dal governatore Attilio Fontana su Facebook: «Ci lascia Carla Fracci, la stella delle stelle. Una grandissima artista che ha scritto la storia della danza, dell’arte, della cultura. Una milanese che amava infinitamente la sua città e la Lombardia. Nel 2020 le avevamo assegnato il Premio Rosa Camuna per la sua eccellenza». Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, le ha reso omaggio con un post sulle sue pagine social: «È stata una delle più grandi ballerine del mondo.

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Arresti domiciliari per il sindaco di Opera, Antonino Nucera: mascherine tolte alle Rsa e appalti a imprenditori amici

giovedì, Aprile 8th, 2021

di Cesare Giuzzi

Arresti domiciliari per il sindaco di Opera, Antonino Nucera: mascherine tolte alle Rsa e appalti a imprenditori amici

Aprile 2020: Antonino Nucera si fa fotografare mentre distribuisce mascherine

Mentre il mondo intero travolto dal Coronavirus cercava disperatamente mascherine chirurgiche, il sindaco Antonino Nucera dirottava le forniture della Protezione civile direttamente ai suoi uffici. Dispositivi di protezione che in quei giorni — marzo e aprile dello scorso anno — erano stati inviati a Opera, comune di 13 mila abitanti alle porte di Milano, per i nonnini ricoverati nella Rsa «Anni azzurri Mirasole» della frazione di Noverasco, e per la farmacia comunale per poi essere distribuiti alla popolazione. Ma che Nucera mette a disposizione di amici e parenti. Il 21 marzo, ad esempio, le distribuisce alla ex moglie preoccupata per gli anziani genitori. Mentre sette giorni dopo chiede a una dipendente comunale di metterne da parte «500» da sottrarre alle 2 mila arrivate dalla Città metropolitana di Milano per la farmacia comunale: «Facciamo così: 1.500 vendile, e 500 gli dico di portarle da noi che le teniamo lì se ci servono».

Peggio ancora accade il 9 aprile quando Nucera viene a sapere della disponibilità di 500 mascherine destinate dalla Protezione civile agli ospiti della Rsa Mirasole: «Gliene daremo 50, va bene?». Gli investigatori captano una lunga telefonata con il direttore sanitario della struttura dove il sindaco chiede «ma come sei messo a mascherine? Mi aiuti? Un po’ di mascherine per me?». La reazione del dirigente è stranita: «Ma come prima me le dai e poi me le togli?». Nucera allora spiega che “oggi mi hanno consegnato delle mascherine “tra virgolette” da consegnare a te, alla Rsa. Me ne hanno date un pò, facciamo metà e metà…». Il responsabile della Rsa, prova a fare un po’ di resistenza, poi risponde imbarazzato: «Dai tienili per te non ti preoccupare». A quel punto però prevale l’anima politica di Nucera (eletto con una coalizione di centro destra a forte spinta leghista): «No però io vengo lì che faccio tutta la scena, facciamo due foto…» . Quanto fosse importante l’aspetto della comunicazione per il sindaco lo dice anche la pagina Facebook di Nucera che in quegli stessi giorni pubblica foto in cui i volontari distribuiscono protezioni ai cittadini: «La mascherina che abbiamo consegnato è un piccolo dono, ma può essere un importante salvavita» (4 aprile 2020). Curioso, poi, l’attacco frontale al governo, con tanto di lettera al presidente Giuseppe Conte, contro «il prezzo imposto a 50 centesimi» per le mascherine parlando di «costi extra e fuori mercato che così dovranno essere sostenuti dai comuni» (28 aprile). In totale i magistrati gli contestano di aver sottratto 2.880 dispositivi di protezione individuale. Che fine facessero quelle mascherine «messe da parte nell’ufficio del sindaco», lo scopre involontariamente una dipendente comunale al telefono proprio con Nucera: «Ascolta sindaco, le mascherine quelle azzurre, ne hai rubate un po’ di quelle che dovevano andare alla Rsa?».

L’affaire mascherine vale al sindaco Antonino Nucera, 50 anni, originario di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) l’accusa di peculato nell’ordinanza firmata dal gip milanese Fabrizio Filice con la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. Stessa misura per il capo dell’ufficio tecnico di Opera Rosaria Gaeta, legata sentimentalmente a Nucera e per gli imprenditori Giovanni Marino, Giuseppe Corona (Marino costruzioni srl) e Rosario Bonina (Veria srl). Perché l’inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, coordinati dagli aggiunti Alessandra Dolci (Direzione distrettuale antimafia) e Maurizio Romanelli (pool anticorruzione della Procura) e dai pm Silvia Bonardi e Stefano Civardi, ruota intorno non solo alla riprovevole sottrazione di mascherine agli anziani e al personale della Rsa, ma anche a giri di appalti pilotati assegnati alle imprese amiche e all’illecito smaltimento di materiali di scarto, da qui il coinvolgimento della Dda competente per il traffico di rifiuti. In cambio il sindaco e la compagna avrebbero ottenuto la ristrutturazione «a titolo gratuito» di una casa a San Donato Milanese, di proprietà della donna, da parte delle due imprese «favorite» negli appalti. L’inchiesta inizia proprio nei giorni dell’esplosione della pandemia e parte da una segnalazione che parla di stretti rapporti tra il sindaco di Opera, la sua compagna e alcuni imprenditori ai quali andrebbero sistematicamente appalti anche con il sistema dell’affidamento diretto.

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