Archive for the ‘Lombardia’ Category

Fontana: «No a nuovo lockdown». Sala: «Abbiamo ancora 15 giorni per decidere». Ma dai pronto soccorso è allarme

martedì, Ottobre 27th, 2020

di Elisa Messina

Fontana: «No a nuovo lockdown». Sala: «Abbiamo ancora 15 giorni per decidere». Ma dai pronto soccorso è allarme

«Nuovo lockdown? Escludo che ci siano le condizioni per prevedere ipotesi di questo genere, anzi, tutti i nostri interventi vanno nella direzione di evitare ogni tipo di lockdown». È quanto ha rimarcato il governatore Attilio Fontana, a margine della presentazione della mostra sui 50 anni della Regione Lombardia organizzata in collaborazione con l’agenzia Ansa a Palazzo Pirelli.
Questo pomeriggio alle 17 Fontana avrà un nuovo incontro con i sindaci dei capoluoghi di provincia lombardi e i capigruppo di maggioranza e opposizione per un aggiornamento sulla situazione epidemiologica. Le limitazioni regionali anti-Covid saranno «ribadite» in una nuova ordinanza attesa in giornata, necessaria per allineare quella attualmente in vigore con il nuovo Dpcm.

Sala: «Non siamo come ad aprile»

E sulla necessità di un vero lockdown per città come Milano e Napoli – necessità ribadita, in più sedi, da Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute – si è espresso anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala intervistato da Milena Gabanelli: «Nella peggiore delle ipotesi, prima di decidere in questo senso abbiamo ancora 10, 15 giorni di tempo. Mi sono confrontato proprio adesso con un virologo di cui mi fido molto. Al momento abbiamo 80 pazienti intubati a Milano 201 in Lombardia. Ad aprile erano oltre 1500. Ma il punto è la media intensità di cura che intasa gli ospedali. Il problema è la massa dei ricoveri. Ma non è qualcosa di irrisolvibile e soprattutto che ci debba portare a un nuovo lockdown».

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Milano, la folle festa al Just Cavalli contro la chiusura dei locali per Covid: clienti ammassati senza mascherine e balli senza distanziamento

martedì, Ottobre 27th, 2020

Video

Clienti ammassati, niente mascherine e balli di massa in barba al distanziamento sociale. È la folle festa andata in scena domenica al Just Cavalli di Milano, dove centinaia di persone hanno partecipato a un brunch durato fino a tarda sera e pubblicizzato sui social del locale con l’esplicito messaggio: “No alla chiusura”.

Una festa, quella del Just Cavalli, iniziata mentre in TV il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciava in diretta nazionale le regole del nuovo Dpcm, che impone la chiusura delle discoteche a causa dell’altissimo numero di contagi che si stanno registrando negli ultimi giorni in tutta Italia, ma in particolare a Milano e in Lombardia.

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Riapre l’ospedale in Fiera a Milano, Bertolaso: “Oggi arriveranno i primi pazienti, ma così andiamo a sbattere”

sabato, Ottobre 24th, 2020

Riapre l’ospedale in Fiera a Milano. Guido Bertolaso, consulente per l’emergenza coronavirus della Regione Lombardia  spiega a “Mattino Cinque” cosa accadrà nei prossimi giorni: “Purtroppo la programmazione prevede che tra oggi e lunedì arrivino 15 pazienti di rianimazione, a fine della settimana prossima 30 e all’inizio della prima settimana di novembre dovrebbero esserci 45 pazienti”.

L’ex capo della Protezione Civile parla poi del ping pong tra le varie istituzioni: “Trovo penoso questo scaricabarile – spiega – non mi si venga a dire che c’è un problema personale. Siamo pieni di medici e infermieri”.

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Covid, Milano rischia il lockdown: «Non è escluso che diventi zona rossa»

venerdì, Ottobre 23rd, 2020

di Stefano Landi23 ott 2020

MILANO — Il titolo di giornata lo dà Massimo Galli, che dirigendo le Malattie infettive del Sacco, ha cognizione di causa e occhio sugli scherzi del trend: «Quella che stiamo per vivere è la battaglia di Milano». Il nemico pur essendo lo stesso degli ultimi otto mesi resta poco noto. «A marzo ero preoccupato succedesse quello che viviamo oggi, poi ci salvò il lockdown: ora dobbiamo invertire la tendenza entro 15-20 giorni per evitare interventi più drastici».

«Lockdown a tempo determinato è inevitabile»

In realtà ieri, qualcuno che evocava la possibilità di un orizzonte in termini di «zona rossa» per la città c’era. «Ora come ora non la si può escludere — ipotizza il direttore generale Welfare Marco Trivelli —. Per i numeri che ci sono adesso, il tipo di urbanizzazione e altri fenomeni semplici da comprendere è da guardare con grandissima attenzione e quindi non è da escludere nessuna misura». Provvedimenti complessi, perché escono dalla sfera sanitaria e travolgerebbero quella «nuova normalità» di convivenza col virus più volte evocata dal Governo come linea generale per il Paese. Milano, come altre metropoli europee, paga la sua densità abitativa. Ancora ieri dei nuovi 4.125 casi (con 29 decessi) registrati in Lombardia, la metà era in provincia di Milano e 917 in città. È il motivo per cui anche il responsabile di Epidemiologia dell’Ats Giampiero Russo avanza l’ipotesi di un lockdown a tempo determinato: «Magari un paio di settimane, proseguendo con altre chiusure a fisarmonica. Questo è inevitabile con un Rt arrivato a 2,35. Oggi Milano è come Lodi a inizio marzo». La consapevolezza e gli strumenti a disposizione potrebbero consentire una stretta più breve che in primavera.

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Contagi in Lombardia e a Milano, l’impennata: 4.126 e 1.858 positivi al Covid in un giorno

mercoledì, Ottobre 21st, 2020

Più che raddoppiati i contagi da Sars-Cov-2 in Lombardia e quasi raddoppiati nella provincia di Milano: i nuovi positivi comunicati nelle ultime 24 ore sono 4.126 e 1.858. 36.416 i tamponi eseguiti in Lombardia: ieri erano 21.726.

Giovedì entrerà in vigore in tutta la Regione il coprifuoco previsto dalla nuova ordinanza valida fino al 13 novembre 2020: dalle 23 alle 5 del mattino successivo ci si potrà spostare solo per «comprovate esigenze lavorative situazioni di necessità e urgenza e motivi di salute». Ed è in ogni caso permesso il rientro a casa. Sarà necessaria una autocertificazione e le sanzioni sono quelle previste dal decreto dello scorso 25 marzo sull’emergenza Coronavirus: da 400 a 3 mila euro.

Questa mattina il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha difeso la decisione di istituire un coprifuoco serale presa dai sindaci lombardi e dalla Regione Lombardia: «In questo momento», spiega, «c’è un’impennata dei ricoveri in Lombardia tranne che per tre province, Bergamo, Brescia e Cremona, perché li c’è una sorta di immunità, ma che prezzo hanno pagato per arrivarci? Milano non può pagare questo prezzo, per le sue dimensioni avrebbe un problema enorme». Secondo Sala, la strategia adottata in Lombardia è in linea con quella di altre aree altamente urbanizzate. E cita, in merito, l’esperienza di alcune capitali europee: «Questa idea di chiudere la sera non è una follia nata in Lombardia, oggi Parigi è in lockdown dalle 21 alle 6 per un mese, io sono stato a Londra tre settimane fa e alle 22 i ristoranti chiudono, Barcellona ha i centri commerciali chiusi per 10 giorni».

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Trasporti, venerdì 23 ottobre scatta lo sciopero generale. Metrò a rischio dalle 18 in poi

mercoledì, Ottobre 21st, 2020

di Redazione Milano online

Trasporti, venerdì  23 ottobre scatta  lo  sciopero  generale. Metrò  a rischio dalle 18 in poi

Per venerdì prossimo 23 ottobre la Cub Trasporti ha proclamato uno sciopero nazionale generale di 24 ore che interesserà anche i lavoratori dell’Atm, l’azienda dei mezzi pubblici milanesi. Lo ricorda la stessa Atm, precisando che l’agitazione del personale viaggiante e di esercizio di superficie è prevista dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 fino al termine del servizio. Per il personale di metropolitana è prevista dalle 18 al termine del servizio. Le motivazione dell’astensione riguardano «investimenti pubblici e questione ecologica, orario di lavoro, sicurezza, lavoro nero, smartworking e precarietà. Nel rispetto delle disposizioni in materia di informazione all’utenza».

CORRIERE.IT

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Impennata casi, Pregliasco: “Situazione è esplosiva, coprifuoco in Lombardia è necessario”

martedì, Ottobre 20th, 2020

Milano, 20 ottobre 2020 – Dopo la drammatica impennata dei contagi, la Lombardia si prepara al coprifuoco. Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, ha spiegato: “Ne abbiamo parlato nel Comitato tecnico scientifico della Regione Lombardia venerdì scorso e avevamo già fatto presente al presidente Fontana questa esigenza, in considerazione della situazione che nella regione è esplosiva” ‘

“Ancora le terapie intensive sono abbastanza vuote – ha aggiunto – ma visto questo crescendo ormai esponenziale, bisogna prendere delle iniziative forti, una svolta rispetto ad un Dpcm che ha tenuto conto delle doverose mediazioni”. “Il coprifuoco dalle 23 alle 5, la chiusura dei centri commerciali il sabato e la domenica – ha sottolineato – sono restrizioni necessarie per evitare che possa accadere in futuro qualcosa di ancora peggiore, anche se mi rendo conto che queste iniziative creeranno dei guai  ad una certa quota della filiera di alcune tipologie di attività”.

IL GIORNO

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Coprifuoco in Lombardia, i dati su contagi e terapie intensive che hanno convinto Fontana e i sindaci

martedì, Ottobre 20th, 2020

di Stefano Landi

MILANO — Stavolta hanno deciso i numeri. Al tavolo con il governatore Attilio Fontana ci sono i sindaci lombardi. Hanno in mano i report che il Cts regionale ha elaborato. Gli scenari virano al brutto: si parla di un orizzonte di 600 persone, dai 113 di oggi, in rianimazione entro fine mese e di 4 mila ricoverati negli altri reparti Covid.

Non c’è molto da discutere e nasce la stretta rispetto alla «strettina» del Dpcm.

Una decisione che ha due facce. Per la politica è coraggiosa, sofferta per gli asset sociali, ma necessaria. Per i tecnici che da giorni battono i numeri sul tavolo, è meglio di niente. Perché avrebbero voluto di più: «Ora non c’è un minuto da perdere e serve cambiare marcia. Mi chiedo se possa bastare chiudere la città per un quarto di giornata, quella tra l’altro meno trafficata — dice Antonio Pesenti, coordinatore dell’unità di crisi lombarda per le rianimazioni —. In Germania, Angela Merkel è andata in tv e ha chiesto a tutti di stare a casa. Solo che qui se lo dico solo io non mi crede nessuno».

Ma la richiesta di coprifuoco, partita dalla Regione e avallata da tutti i sindaci, è comunque una scelta coraggiosa, perché in anticipo rispetto ad altre regioni dove il contagio corre proporzionalmente anche più veloce.

Ma è la densità abitativa di una metropoli come Milano, con l’Rt lievitato negli ultimi giorni fino a 2,34, a fare paura e non consentire rinvii. Un dato, quello che traccia la velocità del contagio che si riferisce a mercoledì scorso e che quindi è destinato a salire. Così nasce la decisione, sommando tanti e troppi punti critici.

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Coronavirus in Lombardia, per le terapie intensive arriva l’ondata. Ora una strategia d’urgenza per gli ospedali

domenica, Ottobre 18th, 2020

di Stefano Landi

Coronavirus in Lombardia, per le terapie intensive arriva l'ondata. Ora una strategia   d'urgenza per gli ospedali

Il derby tra Milan e Inter è uno dei simboli della storia di Milano. Ieri intorno alle 18 le due squadre sono in campo. Le tribune vuote. Al posto dei cori, l’eco delle ambulanze che si mettono in coda al Pronto soccorso del San Carlo. E dentro gli ospedali, gli operatori sanitari a testa più bassa del solito. Perché il lavoro è tanto. E il ricordo del passato che si fa fatica si sente tutto. In una giornata in cui in Lombardia le terapie intensive si impennano di 25 unità. E i ricoveri ordinari crescono di altri 109. Ma il problema non è il totale di 96 pazienti in rianimazione: è la progressione. «I numeri si moltiplicano dai primi di agosto. Solo che in estate la percentuale di casi gravi era su un numero tutto sommato contenuto di contagi. Oggi la matematica dell’epidemia presenta il suo conto», spiega Giacomo Grasselli, che con Antonio Pesenti gestisce il coordinamento delle terapie intensive regionali.

Una giornata difficile quella di ieri, soprattutto perché non è la prima e tutto sanno che non sarà l’ultima. Con i reparti di ospedali che accentuano il loro Sudoku per trovare letti Covid. E un vertice d’urgenza tra i primari delle terapie intensive. Per quella che fino a qualche mese fa era un appuntamento bisettimanale di routine, che poi si era un po’ smorzato con il calo dei numeri e che ora però diventa necessario per coordinare l’azione di argine alla seconda e improvvisa onda della pandemia. «Paghiamo ancora persone che si sono infettate una decina di giorni fa. È un po’ come una pentola che inizia a bollire forte», aggiunge Grasselli.

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Covid in Lombardia, la nuova ordinanza: bar chiusi alle 21. Sport, fermi i campionati dilettantistici

venerdì, Ottobre 16th, 2020

di Simona Ravizza

Covid in Lombardia, la nuova ordinanza: bar chiusi alle 21. Sport, fermi i campionati dilettantistici

I bar dalle 18 potranno restare aperti solo con il servizio al tavolo. In ogni caso per tutti chiusura alle 21.

Ristoranti aperti solo fino alle 23.

Le squadre dilettantistiche che partecipano ai campionati di categoria potranno continuare gli allenamenti, ma non le competizioni. Sospesi anche gli allenamenti invece delle squadre giovanili, che vuol dire stop alle attività extrascolastiche.

Le palestre resteranno aperte.

Così stabilisce la proposta di nuova ordinanza di Regione Lombardia per bloccare l’impennata di contagi Covid: l’argomento è in questo momento al vaglio del Cts lombardo.

Il provvedimento l’ha voluto il governatore Attilio Fontanain accordo con i sindaci e i capigruppo del Consiglio regionale.

L’ordinanza entrerà in vigore domani, sabato 17 ottobre, per le successive tre settimane.

Le misure per la Lombardia — dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 2.419 nuovi casi, contro i 2.067 del giorno precedente; 7 morti contro i 26 di ieri; 72 pazienti in terapia intensiva contro i 71 di ieri — diventano dunque più restrittive rispetto al Dpcm varato il 13 ottobre dal governo Conte in cui per i bar è previsto il servizio al tavolo solo dalle 21 e la chiusura alle 24.

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